Scienza

A Baku lobbisti superano gli scienziati: la Cop29 sempre più antidemocratica?

2024-11-20

Autore: Maria

A Baku, il clima politico e partecipativo in occasione della Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici (Cop29) suscita preoccupazioni. È evidente che, oggi più che mai, l’influenza dei lobbisti nel settore energetico supera quella degli scienziati e degli attivisti ambientali, complicando gli sforzi per una vera e propria transizione energetica. Questo fenomeno, che si riflette nella crescita dei delegati legati ad interessi economici, alza il velo su un’arena internazionale sempre più monopolizzata da decisioni che possono sfuggire al controllo democratico.

La crescente consapevolezza dell'importanza della transizione energetica è testimoniata da recenti ricerche condotte in Paesi come l'Azerbaigian e il Kazakistan. Un'indagine rivelatrice, realizzata dalla Fondazione Maire, segna un cambiamento significativo poiché il 64% degli azeri e il 53% dei kazaki considerano cruciale la transizione energetica per affrontare il cambiamento climatico. Tuttavia, il contesto attuale della Cop29 evidenzia un disallineamento tra questa consapevolezza pubblica e le pratiche politiche reali, dove il profitto immediato sembra prevalere sul benessere a lungo termine del pianeta.

Nonostante i dati promettenti, come il 55% degli intervistati in Azerbaigian che identifica la transizione energetica come una priorità, si osserva una paradossale contraddizione. La maggior parte degli intervistati in Kazakistan e Azerbaigian è consapevole che, nell’immediato, i costi superano i benefici, il che porta a interrogarsi sull’effettiva implementazione di politiche lungimiranti.

La maggior parte degli attori intervistati concorda sull'importanza della formazione e dello sviluppo di competenze necessarie per la transizione energetica. Rivolgendosi agli stati, Fabrizio Di Amato, presidente della Fondazione Maire, ha sottolineato che "le soluzioni tecnologiche, compreso il gas decarbonizzato, possono e devono contribuire al cambiamento". La transizione energetica, quindi, è vista come una necessità, ma si richiede un approccio coordinato che superi gli ostacoli politici e burocratici.

La Cop29, anziché essere un'opportunità di innovazione e partecipazione, si sta rivelando una piattaforma dove gli interessi delle multinazionali dominano. Numerosi eurodeputati e rappresentanti della società civile hanno espresso preoccupazione in merito alla trasparenza delle discussioni e alla reale natura delle decisioni che verranno prese.

Il futuro del pianeta dipende non solo dalla capacità di affrontare le sfide climatiche ma anche dalla volontà di ripristinare la democrazia nel processo di decision-making relativo all'ambiente. Con l'emergere di nuovi problemi globali, diventa imperativo che i cittadini, le scienze e gli attivisti possano recuperare il loro spazio e riprendere il controllo su un futuro sostenibile.