Allerta Venezia: la manutenzione del Mose diventa un rompicapo! La nuova governance e le sorprese inattese
2025-01-12
Autore: Luca
Con l'inizio del nuovo anno, la gestione del Mose di Venezia, il controverso sistema di dighe mobili progettato per proteggere la città dalle acque alte, ha subito un cambiamento significativo: Roberto Rossetto, urbanista di grande esperienza, è stato nominato presidente dell’Autorità per la Laguna di Venezia. Tuttavia, nonostante il cambio di comando, i problemi persistono e le sfide si moltiplicano.
Rossetto ha recentemente rivelato in un’intervista che la manutenzione delle paratoie, che prima era programmata ogni cinque anni, verrà ora effettuata ogni dieci anni. Una decisione che nasce da una combinazione di limitazioni economiche e praticità operative.
Il sistema Mose è formato da 78 paratoie posizionate nelle bocche di porto, progettate per alzarsi quando la marea supera i 110 cm. In tempi di crisi climatica, questo sistema si trova a fronteggiare già un numero di utilizzi molto superiore a quello previsto. Ad esempio, le prime 21 paratoie di Treporti, in fase di revisione, mostrano già segni di usura dopo più di dieci anni in acqua.
Il budget destinato alla manutenzione è di 20 milioni di euro, ma i costi sono aumentati in modo esponenziale. Rossetto ha sottolineato che solo 6 o 7 paratoie possono essere completate con questi fondi, e le risorse per il resto devono ancora essere individuate. Questa situazione mette in evidenza la fragilità del progetto: se per la manutenzione di sei paratoie servono già 20 milioni, il costo totale per il primo ciclo di manutenzione potrebbe superare i 200 milioni di euro.
Inoltre, i lavori necessitano di un tempo straordinariamente lungo: con una media di sei paratoie riparate all'anno, ci vorrebbero ben 13 anni per completare il ciclo di manutenzione.
Fernando De Simone, un architetto che ha proposto in passato un'alternativa al Mose, ha sollevato dubbi sulla struttura attuale, temendo che le paratoie non siano in grado di resistere a lungo. Secondo i suoi calcoli, se oggi si riesce a mantenere il limite di sei paratoie all'anno, tra otto anni (nel 2031) solo 33 paratoie saranno state manutenute, lasciando in attesa 45 paratoie che avranno superato il termine di sicurezza.
Ma la questione fondamentale rimane: come si può garantire la sicurezza e l'efficacia di un sistema simile di fronte al crescente rischio di utilizzo? E soprattutto, chi si farà carico dei danni nel caso di un guasto? Con il mare in continuo sollevamento e con condizioni sempre più procaci, il futuro del Mose sembra sempre più incerto. Con l’assicurazione ora obbligatoria per queste opere, ci si chiede quale sarà effettivamente la copertura e chi dovrà pagare in caso di incidenti.
La situazione è critica e la popolazione veneziana è in allerta: il tempo per trovare soluzioni efficaci si sta esaurendo!