Nazionale

Almasri: Il Governo Italiano Chiede una Proroga alla Corte Penale Internazionale

2025-03-18

Autore: Alessandra

L'Italia ha ufficialmente chiesto alla Corte penale internazionale (CPI) una proroga per fornire le informazioni riguardanti la controversa vicenda di Nijeem Osama Almasri. Il termine iniziale, scaduto ieri, stava suscitando preoccupazioni a Roma, ma fonti governative hanno chiarito che si tratta di una questione puramente tecnico-giuridica e non è in atto alcun conflitto tra l'Italia e la Corte dell'Aja.

La richiesta di proroga giunge dopo un'esposizione fatta dall'ex senatore Luigi Li Gotti, che ha dato inizio a un'inchiesta ora passata al Tribunale dei ministri. Sono sotto indagine la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Guardasigilli Carlo Nordio, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano, accusati di favoreggiamento e peculato. La Corte ha puntato il dito contro il governo italiano per la mancata cooperazione riguardo all'arresto di Almasri, affermando che questa azione ha ostacolato le indagini e impedito la giustizia per le presunte vittime dei crimini.

L'Italia, tuttavia, non condivide questa posizione. I ministri Nordio e Piantedosi hanno difeso le loro azioni, sostenendo che la situazione deriva da errori procedurali da parte della Corte, e hanno enfatizzato che il rimpatrio di Almasri era motivato anche da questioni di sicurezza, essendo lui considerato un individuo pericoloso. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso il suo disappunto riguardo alle critiche mosse dall'Aja.

In risposta all'investigazione avviata dalla CPI, il governo italiano ha ribadito la sua disponibilità a collaborare, pur chiedendo di chiarire le problematiche procedurali. Per ora, il governo ha deciso di rinviare l'invio delle informazioni fino al termine dell’indagine italiana, previsto per aprile, in modo da non compromettere il proprio operato.

La richiesta di proroga, tuttavia, ha scatenato polemiche politiche. Il leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha definito la situazione un 'atto gravissimo' che mette in luce un atteggiamento ostile dell'esecutivo italiano verso la giustizia internazionale e i diritti umani. La tensione continua a crescere, suscitando interrogativi sull'operato del governo e sulla sua volontà di collaborare con le istanze internazionali.

Visto il contesto attuale, molti si chiedono quale sarà il futuro di questa vicenda e se l'Italia riuscirà a chiarire eventualmente le sue posizioni, mantenendo un equilibrio tra la giustizia interna e l'obbligo di cooperazione internazionale.