Alzheimer: una rivoluzionaria speranza grazie a uno spray nasale!
2024-11-26
Autore: Giulia
Nuove speranze contro l'Alzheimer emergono da uno studio innovativo condotto dai ricercatori dell'Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma. In una scoperta promettente, è stato evidenziato come uno spray nasale contenente un farmaco sperimentale possa fermare il declino cognitivo e prevenire il danno cerebrale in animali affetti dalla malattia.
Lo studio, pubblicato sulla rivista PNAS, è stato guidato dai ricercatori Claudio Grassi e Salvatore Fusco, in collaborazione con l'Università di Catania. Questi scienziati hanno scoperto che l'enzima S-aciltransferasi, noto anche come zDHHC, è presente in eccesso nei cervelli di pazienti deceduti a causa di Alzheimer. Maggiore è la concentrazione di questo enzima, peggiore è la condizione cognitiva vissuta dai pazienti.
Grazie a un finanziamento di 890.000 euro dal Ministero della Salute nell'ambito del bando PNRR 2023, gli esperti stanno iniziando a sperimentare nuove terapie dirette contro il traguardo dell'enzima. La malattia di Alzheimer è legata a folli alterazioni proteiche, in particolare alla beta-amiloide, che si aggrega nel cervello, formando ammassi tossici.
Un elemento cruciale che favorisce questa formazione tossica è un processo biochimico conosciuto come S-palmitoilazione, in cui un particolare grasso viene legato a diverse molecole dal cambiamento introdotto dall'enzima zDHHC. Durante le prime fasi della malattia, è stato scoperto un aumento dell'enzima zDHHC7 in modo significativo, il che porta alla formazione indesiderata di beta-amiloide.
La dottoressa Francesca Natale, prima autrice dello studio, ha sottolineato che i pazienti con bassi livelli di S-palmitoilazione ottenevano punteggi superiori alle scale di valutazione cognitiva, evidenziando una correlazione tra i valori di questo enzima e la salute cognitiva. Sperimentando lo spray nasale a base di '2-bromopalmitato' su topi affetti da Alzheimer, i ricercatori sono stati in grado di fermare la neurodegenerazione, ridurre l'accumulo di beta-amiloide e migliorare la longevità degli animali.
Attualmente, non ci sono farmaci in grado di bloccare in modo mirato l'enzima zDHHC7, e il 2-bromopalmitato ha dimostrato di non essere sufficientemente preciso. Tuttavia, i ricercatori sono fiduciosi e stanno esplorando nuovi approcci terapeutici che possano essere facilmente trasferiti all'uso umano. Questa scoperta ha il potenziale di rivoluzionare il trattamento dell'Alzheimer e riportare un barlume di speranza a milioni di pazienti e alle loro famiglie.