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Angelo Peruzzi: «Oggi non potrei giocare, il calcio è diventato un cinema. Vado a funghi e a caccia. Le pillole per dimagrire e la squalifica per doping? Ero solo un bambacione»

2024-12-14

Autore: Giulia

Angelo Peruzzi, originario di Blera nella provincia di Viterbo, ha 54 anni ed è stato uno dei migliori portieri del mondo. Conosciuto nel mondo del calcio anche con il soprannome di Cinghialone, Peruzzi rivela un aneddoto interessante: «Per Liedholm, il mio allenatore, ero "Tyson"». Un soprannome che rifletteva la sua grinta e determinazione, simile a quella del famoso pugile americano.

Peruzzi racconta come sia finito a difendere i pali: «È stato un caso, non avevo mai pensato di diventare un portiere». La sua carriera nel calcio professionistico è stata influenzata da figure come Luciano Moggi, che dice: «Tutti volevano essere come lui, il suo modo di gestire le squadre era invidiabile».

Oggi, però, Peruzzi si sente distante dal calcio moderno che descrive come un vero e proprio fronte cinematografico: «Non potrei più giocare oggi. La sportività è stata soffocata da un mondo che punta tutto sullo spettacolo». Dopo una carriera costellata di successi, è diventato un appassionato di attività all'aria aperta, dedicandosi alla raccolta di funghi e alla caccia.

Riflettendo sulle sfide che ha affrontato, ammette che la sua carriera non è stata esente da polemiche, comprese quelle riguardanti pillole dimagranti e squalifiche per doping. «Ero solo un bambacione», ammette con una risata, dimostrando di non prendersi troppo sul serio e accettando gli errori fatti nel corso degli anni.

La sua storia ci ricorda quanto il calcio sia cambiato e quanto sia importante mantenere viva la passione e l'autenticità del gioco.