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Argentina, il ministro di Buenos Aires lancia un allarme sulla secessione: "Siamo il motore economico del Paese"

2024-10-12

Autore: Maria

La provincia di Buenos Aires, cuore pulsante dell'Argentina con il 40% della popolazione e un'economia che genera il 45% della ricchezza nazionale, sta vivendo uno scontro acceso con il governo centrale. Jorge D’Onofrio, ministro per il Trasporto della provincia, ha fatto notizia con le sue dichiarazioni provocatorie, suggerendo che Buenos Aires potrebbe considerare la secessione se le cose non cambiano. Intervistato da Radio Splendid, D'Onofrio ha affermato che la provincia avrebbe "il prodotto interno lordo più grande dell’America Latina" se decidesse di intraprendere questo percorso. Anche se ora si è ritratto dalle sue affermazioni, la paura di una crescente autonomia è concreta, alimentata dalle politiche del presidente conservatore Javier Milei, che ha già polarizzato la società argentina in pochi mesi di governo.

L'argomento della secessione non è affatto nuovo. Durante la guerra civile del XIX secolo, la provincia di Buenos Aires proclamò la propria indipendenza, godendo di un periodo di autogoverno per nove anni, prima di essere riassorbita nella nazione. Oggi, le fratture politiche si approfondiscono ulteriormente a causa delle controverse politiche di austerità e delle liberalizzazioni introdotte da Milei, che hanno portato a una diminuzione del consenso verso il governo. Tre recenti sondaggi denunciano un notevole calo nel gradimento del presidente, il quale ha faticato a far passare le sue riforme legislative a causa della mancanza di supporto nelle forze politiche.

La situazione è ulteriormente complicata dalle previsioni economiche negative. Con un'inflazione che sfiora il 250% e un tasso di povertà in continua crescita, il governo è costretto a giustificare le politiche di austerità che tanto stanno danneggiando le attività economiche e accentuando la disoccupazione. Le forze politiche di opposizione, principalmente legate al Partito Peronista, stanno sfruttando questo malcontento per mettere in discussione l’agenda di Milei, evidenziando le difficoltà che sta affrontando nel tentare di mantenere l'Argentina a galla in un contesto di crisi. La questione dell'autonomia di Buenos Aires rappresenta solo un sintomo di una malattia politica più profonda, un segnale della crescente insoddisfazione che potrebbe rivoluzionare il panorama politico argentino.