La Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente espresso un parere negativo riguardo all'applicazione del 'Danish Compromise' da parte di BancoBpm in merito all'offerta pubblica di acquisto (Opa) su Anima, lanciata dalla banca attraverso la sua controllata BancoBpm Vita. Questo parere, sebbene non sia una decisione ufficiale (compito che spetta all'EBA), è un'interpretazione che potrebbe avere un forte impatto sulle strategie future della banca.

Secondo quanto riportato da Radiocor, il parere della BCE, consegnato ai dirigenti di BancoBpm guidati da Giuseppe Castagna, mette in discussione l'applicabilità delle normative patrimoniali legate al 'Danish Compromise'. Al centro della controversia vi è il regolamento CRR, relativo ai requisiti patrimoniali nell'ambito di Basilea 3, che BancoBpm interpreta in maniera differente rispetto a Francoforte.

Se l'EBA dovesse confermare l'interpretazione della BCE, l'Opa su Anima diventerebbe significativamente più costosa in termini di capitale. Questo scenario potrebbe indurre Unicredit a riconsiderare la sua offerta di scambio, che era già stata presentata mesi fa. Infatti, i valori di borsa tra BancoBpm e Unicredit si sono attualmente quasi allineati a 0,179, rispetto al 0,175 proposto da Unicredit, indicando che il mercato sta reagendo a questa incertezza.

Inoltre, il titolo di BancoBpm ha subito un forte calo a Piazza Affari, riflettendo la crescente preoccupazione degli investitori riguardo alla sua stabilità e alle prospettive future. È cruciale ora che BancoBpm si adatti rapidamente a queste nuove circostanze, considerando che qualsiasi ulteriore impasse potrebbe avere conseguenze disastrose per la sua posizione nel mercato bancario europeo.

In questo contesto, la banca dovrà pianificare strategicamente il suo prossimo passo. Gli investitori e gli analisti sono in attesa di ulteriori sviluppi, poiché la situazione evolve rapidamente, e una risposta efficace da parte della leadership di BancoBpm sarà fondamentale per rassicurare i mercati.