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Benjamin Netanyahu alza la voce all'ONU: Le tensioni esplodono!

2024-09-27

Autore: Alessandra

Questa mattina, Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, si appresta a parlare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, in un contesto di intensi conflitti che scuotono la regione. Il suo discorso, già attesissimo, si svolge mentre Israele affronta una crisi senza precedenti, segnata dall'invasione della Striscia di Gaza e dagli attacchi contro il Libano che sono iniziati quattro giorni fa.

Netanyahu, nonostante le pressioni internazionali, ha categoricamente rifiutato le proposte di cessate il fuoco avanzate da paesi come gli Stati Uniti e la Francia. Questi ultimi avevano suggerito un accordo di armistizio di 21 giorni. Appena atterrato a New York, Netanyahu ha ribadito la sua determinazione: «La nostra politica è chiara: continueremo a colpire Hezbollah con tutta la nostra forza». In sintonia con questa posizione, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha dichiarato su Twitter che non ci sarà alcun cessate il fuoco nella zona di confine.

Mentre gli Stati Uniti sembrano mantenere viva la speranza di negoziazioni fruttuose, la realtà sul terreno appare ben diversa. Le trattative per un cessate il fuoco a Gaza sembrano arenate, con Netanyahu noto per la sua retorica ambigua che spinge verso la continuazione del conflitto anziché una soluzione. Le sue dichiarazioni pubbliche spesso contrastano con la sua agenda privata, battendo su un terreno delicato che ha compresso gli sforzi di pace nel conflitto israelo-palestinese.

Hezbollah, dal canto suo, non ha mostrato intenti pacificatori, e l'idea di un cessate il fuoco rimane lontana, poiché il gruppo ha sempre affermato che continuerà a combattere Israele fino a quando non si troverà un accordo sul conflitto di Gaza.

Nel frattempo, giovedì, New York ha visto proteste di massa contro Netanyahu, organizzate da attivisti pro-Palestina. Gruppi come Within Our Lifetime e Jewish Voice for Peace hanno mobilitato manifestanti nel centro della città, trovando in parte l'approvazione dei passanti, anche se ci sono stati scontri con la polizia e circa 30 arresti. Tra i dimostranti, sta emergendo la figura di Jill Stein, leader dei Verdi, che sta ottenendo supporto tra l'elettorato musulmano, ma le sue chance di vittoria restano esigue.

In aggiunta a questa situazione esplosiva, Israele ha intensificato i bombardamenti sul Libano, portando il numero delle vittime a 92, tra cui un importante comandante di Hezbollah, Mohamed Hussein Sarour. Gli scontri tra Israele e Hezbollah sono aumentati in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre, seguiti da una massiccia operazione israeliana nella Striscia di Gaza.

La tensione cresce mentre il mondo guarda, domandandosi quale sarà il prossimo passo in un conflitto che sembra lontano dalla risoluzione.