Bialetti sotto il controllo cinese: l'Omino coi baffi conquista la Moka
2025-04-16
Autore: Alessandra
Un'operazione storica per Bialetti
È ufficiale: Bialetti, il marchio simbolo della caffettiera italiana, passa nelle mani della lussemburghese Nuo Capital, guidata dal magnate cinese Stephen Cheng. L'accordo, che prevede l'acquisto del 78,567% delle azioni della storica azienda, segna un passo senza precedenti nella storia del brand che da oltre 30 anni è un'icona della tradizione italiana.
Dettagli dell'affare multimilionario
L'accordo prevede due contratti di compravendita: il primo con Bialetti Investimenti e Bialetti Holding per una partecipazione del 59,002% a fronte di 47.334.000 euro, e il secondo con Sculptor Ristretto Investment per il 19,565% a 5.731.000 euro. L’operazione totale ammonta dunque a oltre 53 milioni di euro.
Il futuro di Bialetti e l'Opa in arrivo
Il closing dell'accordo è previsto entro fine giugno, dopo di che scatta l'Offerta Pubblica di Acquisto (Opa) totalitaria, con un corrispettivo di almeno 0,467 euro per azione. Con la chiusura dell’Opa, Nuo Capital intende procedere al delisting delle azioni Bialetti dalla Borsa di Milano, trasformando così il marchio in un’affare ad uso esclusivo.
Un ridimensionamento strategico per ripartire
Questa compravendita è parte di una strategia più ampia per risanare Bialetti da un indebitamento crescente. Un finanziamento junior di 30 milioni di euro sarà fornito da Illimity Bank e Amco Asset Management, mentre un finanziamento senior fino a 45 milioni di euro arriverà da Banco Bpm, Bper e Banca Ifis. Inoltre, si prevede un apporto di equity di almeno 49,5 milioni da parte di Nuo Octagon, per ridurre drasticamente il debito e rilanciare il marchio.
Il commento del presidente Ranzoni
Francesco Ranzoni, presidente di Bialetti Industria, ha commentato: "Ho acquistato questo meraviglioso marchio più di trent'anni fa. Oggi, con questo nuovo accordo, siamo pronti a portare Bialetti verso un futuro internazionale con un potenziale straordinario". I prossimi mesi saranno cruciali per capire come l’Omino coi baffi e la sua moka si adatteranno a questa nuova era sotto il sole cinese.