Finanze

Bio-On: dalla gloria al disastro, il processo che svela i segreti delle bioplastiche

2024-10-15

Autore: Luca

Il processo che ha coinvolto la fallita Bio-On è finalmente iniziato a Bologna, rivelando la tragica storia di una delle startup più promettenti nel settore delle bioplastiche. Dopo il clamoroso attacco del fondo speculativo Quintessential Capital Management (QCM), ben nove persone, tra cui l’ex presidente Marco Astorri e il suo vice Guido Cicognani, sono state incriminate per bancarotta fraudolenta e distrazione di fondi. Ma quale è stata la vera storia di Bio-On? Scopriamolo.

L’ascesa di Bio-On: un sogno di bioplastiche

Fondata con grande ambizione nel 2015, Bio-On puntava a rivoluzionare il mercato della plastica grazie al PHA (poliidrossialcanoato), un polimero biodegradabile in grado di risolvere la crisi ecologica causata dai rifiuti plastici. I fondatori, Marco Astorri e Guido Cicognani, captarono l’attenzione mondiale facendosi strada nel competitivo mondo delle bioplastiche, collaborando con giganti come Ikea e Unilever. La copertura su Wired Italia nel 2011 segnò un trionfo mediatico, consacrando Bio-On come simbolo di innovazione e sostenibilità.

Il crollo improvviso

Tuttavia, la grande carrozza di Bio-On si è inceppata il 24 luglio 2019, quando Gabriele Grego, fondatore di QCM, diffondendo un video esplosivo, ha accusato l'azienda di non avere reali prodotti sul mercato e di essere una bolla speculativa. Il risultato fu devastante: le azioni di Bio-On scesero di oltre il 70% in un solo giorno, riducendo il valore di mercato da 1,3 miliardi a meno di 400 milioni di euro. Da quel giorno, la crisi dell'azienda ha subito un acceleramento vertiginoso, fino all'amara dichiarazione di fallimento a dicembre dello stesso anno.

Il processo: accuse e difese

Oggi, nel tribunale di Bologna, il processo mette a nudo le gravi irregolarità gestionali che hanno portato a questo disastro. Gli ex vertici dell’azienda sono accusati di aver manipolato i bilanci e distolto fondi, mentre gli avvocati della difesa ribattono affermando che il crollo è stato il risultato di una campagna di distruzione condotta da Grego.

Un episodio in particolare ha stuzzicato l’attenzione: il procuratore Francesco Caleca ha paragonato Bio-On a un barattolo vuoto, rincorrendo un’immagine a metà tra il nostalgico e il tragico. I legami tra gli investitori e l'azienda si sono rivelati intricati e complessi, con nomi noti coinvolti nella vicenda, da Alberto Vacchi di IMA al professor Fabio Roversi Monaco.

Il futuro e i risvolti inattesi

Nonostante il fallimento, la storia di Bio-On non è finita. A marzo 2023, l'azienda è stata acquisita da Maip, una società piemontese specializzata in biopolimeri, per 20 milioni di euro, mantenendo vivo il marchio e i brevetti. Sorprendentemente, Marco Astorri è stato richiamato da Maip per contribuire alla rinascita dell’azienda, nonostante il suo coinvolgimento nel processo penale attuale.

Ma cos’è accaduto agli investitori traditi? Le conseguenze finanziarie del crollo di Bio-On si ripercuotono su centinaia di piccoli risparmiatori e su nomi illustri che avevano riposto fiducia nelle promesse di sostenibilità. Le azioni legali si moltiplicano, delineando un quadro complesso in cui si invocano responsabilità anche da parte delle autorità di vigilanza.

Conclusione: una lezione dai rovesci

Il caso Bio-On dimostra quanto sia cruciale un'investigazione approfondita prima di impegnare capitali in aziende innovative. Nonostante le manifestazioni di entusiasmo per le startup, questo crollo ci ricorda che il potenziale di guadagno è spesso accompagnato da rischi significativi. L’ambizione di creare un mondo più sostenibile attraverso le bioplastiche è ancora viva, ma richiede prudenza e responsabilità.