Biodinamica e scienza: "I preparati 500 e 501 non migliorano la fisiologia della vite rispetto al biologico"! Ecco cosa rivelano le nuove ricerche
2024-12-18
Autore: Matteo
Un nuovo studio lungo cinque anni condotto in un vigneto commerciale in Svizzera ha svelato risultati sorprendenti: i preparati biodinamici 500 e 501 non presentano miglioramenti significativi nella fisiologia della vite, nella resa, nella qualità delle uve o nella salute del suolo se paragonati alla gestione biologica. Questi risultati accendono nuovamente il dibattito sull'efficacia delle pratiche biodinamiche nel mondo della viticoltura, un tema che continua a far discutere sia i produttori che i consumatori.
L'indagine, effettuata dalla Haute école de viticulture et oenologie de Changins, ha utilizzato un disegno sperimentale rigoroso e ha analizzato parametri cruciali come la fotosintesi, il contenuto di azoto fogliare e le proprietà fisiche del suolo. Sorprendentemente, i ricercatori non hanno registrato differenze significative nei risultati tra le viti trattate con preparati biodinamici rispetto a quelle gestite in maniera biologica senza tali additivi.
Un post su Facebook dell'agronomo Maurizio Gily ha contribuito a diffondere questi risultati, scatenando reazioni tra gli appassionati di vino. La pagina Facebook Italian Wine Drunkposting ha criticato duramente coloro che promuovono corsi di biodinamica, paragonandoli addirittura a truffatori.
La biodinamica, come filosofia agricola, si basa su principi esoterici e antroposofici proposti da Rudolf Steiner. I preparati 500 e 501, utilizzati dagli agronomi biodinamici, comprendono cornoletame e cornosilice, considerati essenziali per la fertilità del suolo e la qualità delle piante. Tuttavia, nonostante la loro diffusione, le prove scientifiche sull'efficacia di queste pratiche rimangono scarse.
Con il crescente interesse per la sostenibilità nelle pratiche agricole, il 2021 ha visto un aumento dell'adozione di metodi biologici, che rappresentano ormai il 6,4% della superficie viticola globale. Tuttavia, questo studio suggerisce che la biodinamica, nonostante la sua popolarità tra alcune cantine di alta fascia, potrebbe non offrire i vantaggi promessi rispetto alle pratiche biologiche consolidate.
I risultati evidenziano che, mentre il marketing potrebbe supportare la vendita di vini biodinamici, le prove scientifiche non giustificano l'uso di preparati come 500 e 501 per migliorare la produzione vitivinicola. Le proprietà fisiche del suolo e la salute del microbioma fungino non mostrano miglioramenti significativi con l'uso di questi preparati, indicando che il miglioramento della resa e della qualità delle uve potrebbe derivare piuttosto da pratiche agricole più tradizionali e testate.
Concludendo, questo studio rappresenta un'importante opportunità per il mondo della viticoltura di riconsiderare l'efficacia delle pratiche biodinamiche e di rivolgersi a metodi agricoli provati e documentati. La questione è aperta e certamente si continuerà a discuterne nei prossimi mesi.