Nel gennaio 1985, Bologna si trovò sotto una spessa coltre di neve, mentre le temperature scendevano tra i -6 e -16 gradi, con punte di -29 gradi a Molinella. La città, avvolta in un manto bianco, divenne un meraviglioso paesaggio invernale, immortalato in straordinarie fotografie, soprattutto in piazza Maggiore e piazza Nettuno, che sembravano uscite da un film di fantasia.

Quella nevicata epocale, descritta da chi l'ha vissuta come "la nevicata del secolo", colpì quasi tutta l'Italia e trasformò la vita quotidiana dei bolognesi. I bambini costruivano pupazzi di neve, le famiglie si riunivano attorno al camino, e i cittadini si ritrovavano a condividere storie e aneddoti. I mezzi di trasporto si bloccarono e le persone furono costrette a modificare le loro routine quotidiane, dando vita a un senso di comunità mai visto prima.

Raccogliendo i racconti di quel periodo, emergono resoconti che rasentano il fantastico: giardinieri che lottavano per mantenere i loro alberi in piedi, pomeriggi passati a scivolare sulle colline ricoperte di neve e momenti di gioia collettiva nei bar, dove il calore del cioccolato caldo alleviava il freddo intenso.

Per la città di Bologna, quella nevicata non fu solo un fenomeno climatico, ma un evento che generò un senso di appartenenza e resilienza. Oggi, a 40 anni di distanza, i resti di quella straordinaria esperienza rimangono vivi nella memoria collettiva dei bolognesi e nelle fotografie che continuano a circolare.

Con l’aumento dei cambiamenti climatici, molti si chiedono se tale evento potrebbe ripetersi. Che cosa ne pensate? La storia della nevicata del 1985 può insegnarci qualcosa sul nostro futuro?