Salute

Bologna: Gli Infermieri Fuggono dalla Città a Causa di Stipendi Insufficienti e Costi Alti

2025-04-07

Autore: Maria

Bologna si trova ad affrontare una crisi senza precedenti nel settore degli infermieri. A lanciare l'allerta è il sindacato Nursind, che denuncia stipendi inadeguati, aggressioni sul posto di lavoro e pessime prospettive di carriera. Inoltre, un problema sempre più grave è la difficoltà di trovare abitazioni a prezzi accessibili, in un contesto in cui gli stipendi del settore sanitario non sono all'altezza del costo della vita in città. I rappresentanti sindacali avvertono che l'intero sistema sanitario locale è a rischio di collasso.

Dario Antichi, dirigente Nursind al Policlinico Sant'Orsola, afferma: "Viviamo una crisi profonda di attrattività professionale, non derivante da una mancanza di vocazione, ma da una crisi di sostenibilità umana. Le condizioni di lavoro a Bologna mettono a dura prova la salute emotiva e fisica degli operatori sanitari."

Molti infermieri stanno decidendo di trasferirsi all'estero o tornare nel Sud Italia, dove il costo della vita è considerevolmente più basso e ci sono migliori opportunità economiche. La situazione è ulteriormente complicata dall'imminente ondata di pensionamenti, che rischia di ridurre ulteriormente il personale nelle strutture sanitarie.

Un altro problema cruciale è legato all'emergenza abitativa che colpisce la città. "Il caro-affitti sta allontanando silenziosamente chi lavora nel settore dei servizi essenziali, come la salute – continua Antichi. – Gli stipendi dei nostri infermieri non coprono nemmeno i costi degli affitti. Ogni giorno registriamo dimissioni da parte di colleghi che lasciano Bologna, portando con sé competenze e professionalità preziose."

I dati parlano chiaro: nel 2016 quasi 14.000 persone si iscrissero ai concorsi per infermieri nella provincia di Bologna, con oltre 3.760 idonei. Oggi, l'ultimo concorso (attualmente in fase di conclusione) ha visto soltanto 1.059 partecipanti, e meno di 700 sono arrivati alla fase orale. Antichi afferma: "Se andrà male, ci aspettiamo circa 600 idonei, e la metà di loro rifiuterà a causa dell'alto costo della vita. È una situazione insostenibile."

Secondo la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche e dati dell'Ocse, più di 2.500 infermieri hanno lasciato l'Emilia-Romagna dall'inizio degli anni 2000, di cui quasi 1.500 tra il 2019 e il 2021. Ciò che spaventa di più è che la tendenza è in crescita, con quasi 1.000 infermieri che partono ogni anno, principalmente per il Regno Unito, dove un infermiere può guadagnare fino a 1.500 sterline a settimana.

Antonella Rodigliano, segretaria regionale e provinciale di Nursind, esprime la necessità di azioni concrete: "È positivo che anche l'Ordine degli Infermieri si sia espresso. Tuttavia, servono segnali tangibili. La Regione ha promesso investimenti, ma al momento i risultati sono deludenti."

Rodigliano ribadisce l'urgenza di interventi strutturali per rendere nuovamente attrattiva la professione: "Servono stipendi adeguati, migliori condizioni di lavoro e reali possibilità di carriera. Riguardo alla questione abitativa, è indispensabile avviare un dialogo serio, coinvolgendo i sindacati di categoria, da sempre vicini ai professionisti. Gli infermieri meritano una vita dignitosa e una giusta retribuzione, a prescindere dal luogo in cui decidono di lavorare."