Bonelli: «Il nucleare non è conveniente per l'economia e nemmeno per l'ambiente»
2024-11-22
Autore: Giulia
Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha ribadito il suo no deciso al ritorno dell'energia nucleare in Italia, nonostante la crescente discussione su tecnologie nucleari avanzate.
Intervistato, Bonelli ha messo in dubbio le famose tecnologie dichiarate 'nuove', come i reattori di terza generazione e i piccoli reattori modulari (SMR), sostenendo che i reattori di terza generazione sono già obsoleti poiché progettati quasi venti anni fa. «La centrale nucleare di Flammanville in Francia, iniziata nel 2006, ha visto un aumento dei costi da 3,6 miliardi a ben 20 miliardi, senza che la centrale sia ancora operativa», ha sottolineato.
Inoltre, ha evidenziato come, a livello globale, solo due aziende stessero sviluppando SMR, ma hanno smesso poiché economicamente insostenibili.
Carlo Calenda, leader del partito Azione, ha affermato che un mix energetico di nucleare e rinnovabili potrebbe risparmiare 13 miliardi all'anno. Bonelli ha invitato Calenda a rendere pubblici i dati che avvalorerebbero questa affermazione.
Circa i luoghi suggeriti per le nuove centrali, Bonelli è scettico: «Come si può pensare a Montalto di Castro o Borgo Sabatino come opzioni praticabili? E come convincere le comunità di Trino Vercellese e Caorso a accettare tali impianti?».
Ha anche sollevato un punto cruciale sulle contraddizioni del fronte politico pro-nucleare, che protesta contro la creazione di un deposito per le scorie radioattive e, al contempo, propone la costruzione di nuove centrali.
Seppur nel dibattito affiorino vantaggi economici, come il costo dell'energia in Francia, Bonelli avverte che ciò è dovuto a significativi sussidi pubblici. «Il costo dell’energia francese è inferiore del 40% rispetto a quello tedesco, ma ciò è reso possibile dal sostegno dello Stato, che ha persino nazionalizzato EDF».
Per quanto riguarda le emissioni, Bonelli ha notato che la Francia emette il 12% in meno rispetto alla Germania, la quale, dopo l'abbandono del nucleare, sta affrontando una transizione verso i combustibili fossili, puntando a un obiettivo di 100% rinnovabili entro il 2035. Situazione simile è prevista in Spagna, che chiuderà le sue cinque centrali nucleari entro il 2027.
Nonostante ciò, Bonelli è preoccupato: «Non si deve cadere nella retorica secondo cui il nucleare stia avanzando: dal 2000 a oggi, la produzione globale di energia nucleare è scesa da 830 terawattora a 619. Questo evidenzia un trend negativo per il nucleare nel mondo».
In conclusione, Bonelli invita a riflettere seriamente su un futuro energetico più sostenibile, basato su un mix efficiente di energie rinnovabili, piuttosto che ripercorrere vie obsolete e rischiose come quelle del nucleare.