Cani d'assalto olandesi utilizzati contro i palestinesi: storie di sofferenza e brutalità
2025-04-21
Autore: Giovanni
Testimonianze strazianti da Nablus
"Mio figlio urlava mentre le mie figlie piangevano per il terrore. Quando me l'hanno restituito, era incosciente, avvolto in una coperta insanguinata". Questa è la testimonianza di Amna, madre palestinese di Nablus, in Cisgiordania, il cui bambino di tre anni è stato attaccato da un cane d'assalto durante un'incursione militare israeliana. I soldati, portando via Ahmad, hanno colpito Amna per bloccarla. Il piccolo è stato ricoverato per otto giorni e ha subito gravi ferite, lasciando la sua famiglia segnata dal trauma. Un racconto che rappresenta solo uno dei tanti in un inquietante rapporto di SOMO, un centro di ricerca che getta luce su pratiche disumane utilizzate contro i civili palestinesi.
Un'industria silenziosa e inquietante
Il rapporto di SOMO svela l'utilizzo sistematico dei cani da attacco da parte dell'esercito israeliano, addestrati nei Paesi Bassi. Questa pratica non solo sfocia in violenze quotidiane, ma si configura come una strategia militare ben pianificata. I cani sono impiegati per brutalizzare civili, inclusi bambini e persone vulnerabili, causando traumi permanenti e, in alcuni casi, morti.
I legami olandesi
I Paesi Bassi emergono come un importante fornitore di cani per scopi militari, esportando questi animali verso Israele. Sebbene i dettagli delle esportazioni siano avvolti nel segreto aziendale, SOMO ha rivelato che tra ottobre 2023 e febbraio 2025 almeno 110 cani sono stati inviati in Israele, provenienti per la maggior parte da Four Winds K9, un centro di addestramento di Geffen. Nonostante una causa legale del 2017 contro il centro per la vendita di cani all'esercito israeliano, le esportazioni non solo non sono diminuite, ma continuano a prosperare.
Le testimonianze raccapriccianti del 2024
Le dichiarazioni di vittime raccolte nel 2024 dipingono un quadro agghiacciante della violenza subita. Un uomo di 77 anni, ritirato in una prigione di Gaza, ha descritto le notti più terribili in cui venivano liberati i cani contro di loro. Altri racconti rivelano pratiche umilianti, come l'uso dei cani per terrorizzare e cercare confessioni, con sviluppi psicologici devastanti per le vittime.
Una strategia di terrore ben oliata
Questa strategia di utilizzo dei cani d'assalto non è un fenomeno isolato. Colpisce un'ampia gamma di civili, alimentando un clima di paura e umiliazione. Testimonianze di torture psicologiche e fisiche mostrano come questi attacchi non siano solo crudeli ma parte integrante di una guerra contro una popolazione vulnerabile, a cui viene inflitta una violenza sistematica.
La comunità internazionale si muova!
Queste atrocità non possono rimanere nell'ombra. La comunità internazionale deve agire per fermare l'esportazione di cani da attacco e mettere fine a una strategia che tiene in scacco tantissime vite innocenti. È fondamentale che la verità venga a galla e che ci sia giustizia per tutte le vittime di questa brutale strategia.