Finanze

Cartelle esattoriali 2000-2023: Perché la rottamazione quinquies è stata bocciata e cosa significa per i contribuenti

2024-11-18

Autore: Chiara

La proposta di una nuova misura per la rottamazione delle cartelle esattoriali, conosciuta come rottamazione quinquies, è stata bruscamente fermata nel corso dell'esame della manovra di bilancio 2025.

Molti contribuenti italiani speravano in una risoluzione delle loro pendenze fiscali, ma la Commissione ha dichiarato inammissibile l'emendamento presentato dalla Lega. Ma cosa comprendeva realmente la proposta e perché è stata respinta?

Rottamazione quinquies: Cosa prevedeva

L'emendamento, firmato dall'onorevole Gusmeroli, mirava a introdurre un nuovo strumento di sanatoria fiscale per le cartelle emesse tra il 2000 e il 2023.

Il fulcro della proposta era quello di facilitare la regolarizzazione delle pendenze fiscali, permettendo ai contribuenti di rateizzare il debito in 120 comode rate, con una riduzione significativa della somma da pagare. Un elemento di continuità con la rottamazione quater, la cui sesta rata scade il 30 novembre 2024 (o il 9 dicembre, considerando i giorni di tolleranza).

In dettaglio, la misura prevedeva: - **Cancellazione di interessi e sanzioni**: i contribuenti non avrebbero dovuto versare somme relative agli interessi di mora e penalità accumulate. - **Pagamento del capitale e spese accessorie**: si poteva pagare solo l'importo originario del debito e le spese di riscossione e notifica. - **Ampia finestra temporale**: includeva cartelle emesse in un arco temporale di oltre vent'anni, dal 2000 al 2023.

Purtroppo, l'emendamento è stato bocciato e attualmente non ci sono previsioni di misure simili in futuri provvedimenti governativi.

Perché la proposta è stata bocciata?

Nonostante l'ambizione della proposta, il grosso ostacolo nel bilancio 2025 è risultato essere una carenza di compensazione finanziaria. In sostanza, la Commissione ha ritenuto che l'emendamento non avesse una copertura adeguata per mitigare l'impatto delle perdite sui bilanci statali.

Praticamente, l'introduzione della rottamazione quinquies avrebbe portato a una drastica diminuzione delle entrate fiscali, in quanto gran parte dei debiti relativi a interessi e sanzioni sarebbero stati annullati. Senza un piano chiaro per compensare questa perdita di entrate, l'emendamento è stato considerato inammissibile.

Il contesto: Necessità della rottamazione quinquies

La richiesta di una nuova rottamazione non emerge dal nulla. Negli ultimi anni, l'Italia ha adottato più volte strumenti simili per fronteggiare il problema dei debiti fiscali insoluti, pesanti sui bilanci familiari e statali. Misure come la “rottamazione ter”, la “rottamazione quater” o il “saldo e stralcio” hanno offerto a molti contribuenti la possibilità di regolarizzarsi con il Fisco, spesso a condizioni agevolate.

Tuttavia, il problema persiste. Le stime recenti indicano che i debiti accumulati dai contribuenti italiani ammontano a decine di miliardi di euro, cifra che il sistema di riscossione fatica a recuperare integralmente. La rottamazione quinquies aveva ricevuto consensi da contribuenti e alcune forze politiche, viste come una soluzione pragmatica a questa impasse.

Quali sono le prospettive per il futuro?

Nonostante il rifiuto della proposta, il dibattito sulla rottamazione quinquies è lontano dall'essere concluso. È probabile che nei prossimi mesi si torni a parlare di nuove misure per affrontare il problema delle cartelle esattoriali, possibilmente con proposte più equilibrate dal punto di vista finanziario.

La rottamazione quinquies potrebbe essere rivisitata per superare le criticità tecniche che ne hanno causato l'inammissibilità. Potrebbero ridursi i benefici concessi o limitare l'applicazione a un periodo di tempo più ristretto, cercando di contenere l'impatto sulle entrate dello Stato.

L'impatto per i contribuenti

Il rigetto della proposta è una grave delusione per molti contribuenti, che speravano in una via d'uscita agevolata per regolarizzare le proprie pendenze fiscali. Senza una misura simile, chi ha debiti con il Fisco dovrà continuare a confrontarsi con l'attuale sistema di riscossione, che richiede il pagamento integrale di capitale, interessi e sanzioni.

Questo può causare ulteriori difficoltà, soprattutto per famiglie e imprese colpite dalla pandemia e dall'attuale crisi energetica. Un numero sempre maggiore di contribuenti rischia di trovarsi nell'impossibilità di saldare le proprie cartelle, incrementando i debiti insoluti.

Il futuro economico dei contribuenti italiani è pertanto incerto; si attende con trepidazione una nuova proposta che possa risolvere questa ardente questione.