Northvolt, la promettente startup svedese e simbolo dell'industria europea delle batterie per veicoli elettrici, si trova in una crisi gravissima. Peter Carlsson, il CEO e co-fondatore, ha annunciato le sue dimissioni dopo che l'azienda ha richiesto la protezione fallimentare sotto il Chapter 11 negli Stati Uniti, proseguendo in una spirale discendente che nessuno si aspettava. Con circa 30 milioni di dollari di liquidità disponibili e un debito astronomico di 5,84 miliardi di dollari, Northvolt sembra sul punto di crollare.

Fondata nel 2016 e spesso paragonata a Tesla grazie alle sue ambizioni, Northvolt si è vista sfuggire di mano la sua visione nel 2023. Le speranze di sfidare i colossi asiatici del settore, come le cinesi CATL e BYD, si sono rivelate troppo ottimistiche, poiché l'azienda ha combattuto contro colli di bottiglia nella produzione e obiettivi interni non rispettati.

Carlsson ha rivelato che per salvare Northvolt servono tra 1 e 1,2 miliardi di dollari, una cifra ben superiore ai 300 milioni previsti solo qualche settimana fa. «Il Chapter 11 è una chance per riorganizzare l'azienda, aumentare la produzione, e mantenere gli impegni con clienti e fornitori per il lungo periodo», ha commentato il CEO uscente, che rimarrà a svolgere un ruolo di consulente e membro del consiglio.

Un finanziamento di emergenza di 100 milioni di dollari è stato garantito, ma la situazione è critica: Northvolt ha liquidità sufficiente per operare solamente per una settimana. L'azienda, impiegando circa 6.600 persone in sette nazioni, mira a completare la sua ristrutturazione entro il primo trimestre del 2025.

Le redini aziendali saranno temporaneamente affidate a un team di dirigenti, tra cui la CFO Pia Aaltonen-Forsell e il presidente della divisione batterie, Matthias Arleth, che assumerà il ruolo di COO. Cosa riserverà il futuro a Northvolt? Le speranze di una rinascita o il definitivo declino? Restate sintonizzati per aggiornamenti!