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C'è una logica nella «follia» di Trump? Cos'è la «dottrina Donroe»

2025-01-13

Autore: Giulia

La «dottrina Donroe» (Donald + Monroe) è un neologismo creato dal New York Post e rappresenta un tentativo di dare senso alle recenti affermazioni di Donald Trump in ambito di politica estera. Questa idea si manifesta in aspirazioni come il controllo o l'annessione di territori come la Groenlandia e Panama, e in atteggiamenti provocatori verso paesi come il Canada, descritto come se fosse il 51° stato degli Stati Uniti.

Dietro a queste affermazioni potrebbe esserci una vera e propria dottrina geopolitica, anche se non intenzionalmente articolata. Trump non è noto per il suo approccio analitico; non è un teorico e ha mostrato storicamente una sfiducia verso esperti e tecnocrati. Questo suo stile, che tende a basarsi soprattutto sull'istinto piuttosto che su rapporti dettagliati, non esclude l'influenza di idee di altri pensatori. La domanda chiave è: esiste un filo logico nelle sue affermazioni apparentemente irrazionali?

Recentemente, Trump sembra aver abbandonato l'isolazionismo che ha caratterizzato il suo primo mandato, dove puntava a evitare nuovi conflitti e a ritirare l'intervento americano in Afghanistan. Oggi, con la sua retorica di rivendicazione di una sfera di influenza che si estende alle Americhe e oltre, Trump evoca la storica Dottrina Monroe del 1823, che affermava il predominio degli Stati Uniti in quest'area contro le ingerenze europee.

Questa dottrina, pur avendo radici nel progressismo del suo tempo – sostenendo l’indipendenza dei paesi latinoamericani dal colonialismo europeo – nel tempo ha preso una piega più imperialista, fungendo da base per l'affermazione di una politica estera statunitense da superpotenza.

Oggi le dichiarazioni di Trump riguardo alla Groenlandia e Panama possono rispecchiare questa logica. Il suo approccio provocatorio potrebbe nascondere il riconoscimento di minacce reali, come il crescente potere cinese nella gestione delCanale di Panama, considerato un potenziale rischio strategico per gli USA. Analogamente, le sue affermazioni sulla Groenlandia hanno fatto emergere questioni di sicurezza geopolitica di fronte a una crescente presenza militare russa e cinese nella regione.

Il fascino di Trump per la Dottrina Monroe suggerisce una nostalgia per una visione del mondo in cui gli Stati Uniti riacquistano il controllo sulle proprie sfere d'influenza, un concetto già messo in pratica da potenze come Russia e Cina nelle loro aree d'interesse.

Tornando al concetto di isolazionismo, Trump ha mostrato un interesse per un ordine globale in cui gli Stati Uniti possono ritirarsi e curare esclusivamente i propri interessi nazionali, delegando il compito di contenere le aggressioni imperialiste alle altre potenze.

Questa transizione dall'isolazionismo alla dottrina Donroe pone interrogativi sulle reazioni che si verificheranno sul palcoscenico internazionale, compresi i messaggi alle potenze rivali come la Russia e la Cina. La politica estera di Trump si presenta quindi come un mix di strategie passate e innovazioni improvvisate che potrebbero influenzare in modo significativo il panorama globale.

Proprio in questo contesto, è fondamentale monitorare come Trump e il suo entourage interpreteranno e attueranno queste idee nei prossimi anni, poiché sono molte le incognite che circondano chi ricoprirà posizioni chiave nel governo, dagli esempi diplomatici a quelli militari.

In conclusione, la possibilità di uno sviluppo della dottrina Donroe sotto la guida di Trump potrebbe significare un cambiamento radicale nella politica estera americana, portando con sé sfide e confronti significativi a livello globale.