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Cecilia Sala, la Procura di Milano: "Abedini deve rimanere in carcere, è previsto un rischio di fuga". Parere negativo anche dai Stati Uniti

2025-01-02

Autore: Francesco

La Procura generale di Milano ha espresso il suo parere, non vincolante, contro la richiesta di detenzione domiciliare avanzata dall’ingegnere svizzero-iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato lo scorso 16 dicembre all’aeroporto di Malpensa e attualmente in custodia nel carcere di Opera. Le autorità statunitensi accusano Abedini di aver fornito componenti elettronici ai pasdaran iraniani, utilizzati per un attacco terroristico contro i militari statunitensi in Giordania. Inoltre, la sua situazione si intreccia con quella di Cecilia Sala, giornalista italiana detenuta a Teheran dallo scorso 19 dicembre due settimane dopo l'arresto di Abedini, con accuse ancora non chiare; il governo iraniano ha indicato una generica violazione di leggi locali. In questo contesto, l’arresto di Sala è visto come uno strumento di pressione nei confronti delle autorità italiane per ottenere il rilascio di Abedini.

La Corte d’Appello di Milano dovrà prendere una decisione sulla richiesta di detenzione domiciliare nei prossimi giorni. La Procura ha reso noto che le misure proposte per garantire la sorveglianza di Abedini, come un alloggio specifico e supporto economico dal consolato iraniano, non ritenute sufficienti a prevenire una possibile fuga, sollevano serie preoccupazioni. Si attende anche un’analisi più approfondita delle accuse mosse dalle autorità americane, che verranno esplorate a fondo nella valutazione dei documenti forniti.

Recentemente, è giunto un commento negativo anche dal Dipartimento di Giustizia del Massachusetts, che ha definito Abedini un “soggetto estremamente pericoloso” con un elevate possibilità di fuga. In risposta alla notizia dell’arresto di Sala, un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha affermato che il regime iraniano utilizza i detenuti come pedine in negoziati politici, auspicando il rilascio immediato dei cittadini ingiustamente detenuti.

Nel frattempo, si continua a seguire con attenzione entrambe le vicende, che pongono interrogativi sulla crescente tensione tra Iran, Italia e Stati Uniti e sull’uso della detenzione per fini politici.