Centinaia di miliardi investiti in progetti per il gas liquefatto (GNL). "Così si rischia una bomba climatica"
2024-12-09
Autore: Francesco
Centinaia di miliardi investiti in progetti per il gas liquefatto (GNL). "Così si rischia una bomba climatica"
Roma, 9 dic. - Negli ultimi anni, l'Italia ha visto un aumento significativo degli investimenti nel settore del gas naturale liquefatto (GNL), con un ammontare che supera i cento miliardi di euro. Questa corsa agli investimenti è in parte guidata dalla necessità di diversificare le fonti energetiche e ridurre la dipendenza dal gas russo, a seguito delle crescenti tensioni geopolitiche. Tuttavia, questa strategia ha sollevato preoccupazioni fra gli ambientalisti, che avvertono che si tratta di un vero e proprio rischio per il clima.
Ogni anno, nuove infrastrutture per il GNL continuano a sorgere lungo le coste italiane, aumentando progressivamente la capacità di importazione e stoccaggio. Ma molti esperti avvertono che questi progetti potrebbero creare una "bomba climatica", contribuendo a un aumento delle emissioni di CO2. "Investire in gas fossile ora potrebbe rivelarsi disastroso in futuro, quando dovremmo passare a fonti energetiche rinnovabili", spiega l'esperta di politica energetica Laura Rosenberg.
In un dibattito recente, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale ha insistito sulla necessità di un modello di sviluppo sostenibile, integrando le energie rinnovabili nei progetti portuali. È in corso un protocollo d’intesa con Cassa Depositi e Prestiti per il miglioramento delle infrastrutture portuali e la costruzione di impianti per l’energia rinnovabile. "La transizione energetica richiede un approccio integrato e lungimirante per evitare errori del passato", ha affermato.
Oltre alla costruzione di scali per il GNL, si prevede di realizzare un impianto fotovoltaico da 11 MWp e studiare un secondo parco da 12 MWp per favorire la decarbonizzazione del sistema portuale. Inoltre, si stima che l’installazione di colonnine di ricarica elettrica e la produzione di idrogeno verde possano contribuire a un futuro più pulito. Nonostante queste buone intenzioni, molti rimangono scettici sull'effettiva volontà di abbandonare i combustibili fossili.
La questione è diventata centrale anche in vista delle negoziazioni europee sui target di riduzione delle emissioni. Attivisti ambientalisti stanno intensificando le loro campagne, raccogliendo firme e sensibilizzando l'opinione pubblica sui rischi legati al GNL. “Non possiamo permettere che una nuova generazione di impianti di gas fossilizzato ci inchiodi a un futuro inquinante”, ha affermato la portavoce di un importante movimento ecologista.
La transizione verso un'economia verde è imperativa, e l'Italia si trova a un bivio cruciale. Mentre alcuni continuano a puntare sul GNL come soluzione temporanea, altri sostengono che sia necessario un cambio di rotta immediato per preservare il nostro pianeta per le generazioni future.