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"Chi non condanna l'accaduto è complice": i Carc lanciano la sfida al governo, autunno infuocato in arrivo!

2024-10-07

Autore: Sofia

La manifestazione di Roma del 5 ottobre è sfociata in violenza, con partecipanti che hanno usato sassi, cartelli stradali, spray urticanti e bombe carta contro le forze dell'ordine. Valter Mezzetti, segretario generale della Fsp Polizia di Stato, ha affermato: "È il solito copione, e siamo davvero stufi di vederselo ripetere sistematicamente". Gli agenti hanno riportato 30 feriti, alcuni in modo grave, tra cui un poliziotto con il bacino fratturato. Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, ha denunciato che molti partecipanti si sono presentati con l'intenzione di inscenare una vera guerriglia urbana.

La violenza contro chi garantisce la sicurezza dei cittadini è stata condannata duramente dai sindacati di polizia. Il sindacato SIM-GdF della Guardia di Finanza ha definito la brutalità affrontata dai propri membri "fuori controllo", esprimendo il sostegno per gli agenti. Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato Sap della Polizia di Stato, ha sottolineato: "Le immagini sono inequivocabili. Nessuna giustificazione può essere accettata e chi non condanna quanto accaduto è complice".

Dall'altra parte, i manifestanti stanno esultando. Tra le loro rivendicazioni, negano la presenza di infiltrati e affermano di lottare per la loro libertà. Tra i gruppi presenti, i Carc, il Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, hanno annunciato il loro sostegno al nuovo Partito Comunista Italiano, evocando toni eversivi. In un documento rilasciato dopo la manifestazione, hanno dichiarato che "quando vige un ordine sociale ingiusto, il disordine è il primo passo per instaurare un ordine sociale giusto". I Carc hanno lanciato una sfida diretta al governo di Giorgia Meloni, affermando che le lotte contro il governo devono diventare una questione di ordine pubblico e quindi un problema politico, preannunciando un autunno caldo.

Gli agentsi, però, sono allo stremo. Andrea Cecchini, del sindacato Italia Celere della Polizia di Stato, ha denunciato: "È vergognoso che in questo Paese per prevenire e difendersi bisogna prima essere ammazzati. È sempre colpa della solita politica, che ama difendere i delinquenti e marchiare i poliziotti".

Ci avviciniamo a un autunno infuocato, con tensioni sociali in aumento e una crisi di fiducia nelle istituzioni. Quali saranno le conseguenze per il governo e per la sicurezza pubblica? è il momento di affrontare la verità e chiedersi: chi davvero proteggerà i cittadini?