Chi Profitta di Più in Italia con i Venti di Guerra: Il Business della Difesa Sotto i Riflettori
2025-01-09
Autore: Marco
Un settore in espansione che attrae sempre più politici, imprenditori e finanziatori. Tre anni dopo l'inizio dell'invasione russa in Ucraina e con il caos persistente in Medio Oriente, il tema della guerra è tornato prepotentemente nel dibattito pubblico. Nel 2023, globalmente, la spesa in armi ha raggiunto la cifra record di 2,443 miliardi di dollari, equivalenti a oltre 300 dollari per abitante. Le proiezioni per il 2024 non sono affatto incoraggianti, evidenziando un trend di crescita continua. Le dinamiche del settore della difesa coinvolgono anche l'industria italiana, con un forte incremento nella spesa per armamenti, spinta dall'attuale amministrazione americana e dalle politiche interne.
L'Ascesa di Leonardo e altre Industrie della Difesa
Secondo le ultime stime dell'osservatorio Milex, la spesa militare italiana potrebbe superare i 31 miliardi di euro entro il 2025, segnando un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. La spesa per armi, in particolare, è raddoppiata passando da 7,3 a 13 miliardi in cinque anni, un'evidente indicazione della crescente militarizzazione del nostro paese.
Leonardo, la principale azienda partecipata italiana nel settore della difesa, sta beneficiando enormemente di questa situazione. Con un fatturato che supera i 12,3 miliardi di euro, la società è tra le dodici più importanti al mondo. Sotto la direzione di Roberto Cingolani, nominato amministratore delegato nel maggio 2023, l'azienda sta mostrando risultati notevoli. Solo nell'ultimo anno, Cingolani ha guadagnato più di un milione di euro in sette mesi.
Investimenti e Partnership Strategiche
A ottobre 2024, Leonardo ha annunciato una partnership strategica con la tedesca Rheinmetall per sviluppare nuovi carri armati per le forze armate italiane. Nel frattempo, la Rwm Italia ha ricevuto il via libera dal governo Meloni per fornire armamenti all'Arabia Saudita, una decisione controversa che ha sollevato proteste.
Giorgio Beretta, presidente dell'Osservatorio sulle armi leggere, ha sottolineato come le aziende italiane di munizionamento abbiano registrato nel 2023 commesse record superiori a 890 milioni di euro, grazie alla guerra in Ucraina. La spinta ricevuta dal conflitto ha trasformato l'industria bellica italiana in un protagonista globale.
Il Ruolo delle Banche e le Poche Regole sul Settore
La legge 185 del 1990 regola rigorosamente le esportazioni di armi italiane, ma il governo Meloni sta cercando di allentare tali restrizioni e incentivare le banche a investire nel settore. Con il supporto di business redditizi, le istituzioni bancarie forniscono liquidità cruciale per le aziende della difesa. Non sorprende che il governo stia tentando di creare una banca ad hoc per le armi, un'idea che ha suscitato preoccupazioni tra i gruppi anti-armamenti.
Un Futuro Incerto ma Redditizio
Con un aumento esponenziale degli investimenti nella difesa e con aziende familiari come Beretta che espandono la loro portata globale, l'industria bellica italiana si sta trasformando in un affare miliardario. Ci troviamo di fronte a un contesto in cui la militarizzazione e gli affari della guerra stanno diventando sempre più centrali, sollevando interrogativi etici e politici. L'industria della difesa non è più solo un settore, ma un pilastro economico strategico che influenzerà le politiche e gli equilibri internazionali nei prossimi anni. L'armonizzazione tra economia e difesa potrebbe rendere difficile il ritorno al disarmo, creando un nuovo paradigma permanente nel panorama politico e sociale.