Nazionale

Conte in difficoltà: i segnali di una rivolta dalla base. "Distaccatevi dai dem o sarà la fine per noi!"

2024-11-20

Autore: Alessandra

Giuseppe Conte si trova ad affrontare un momento critico all'interno del Movimento 5 Stelle. Dopo un ennesimo insuccesso elettorale, la tensione cresce tra le fila del partito. A dare voce a questo malcontento è Serena Scandellari, una candidata pentastellata alle elezioni regionali in Emilia Romagna, che ha espresso la sua delusione sui social dopo il fallimento della sua campagna. "La politica è affascinante, ma preferisco tenerne le distanze, soprattutto se questo significa allearsi con il Partito Democratico. Avrei voluto ritirarmi quando ho saputo dell'alleanza", ha scritto la Scandellari, accompagnando le sue parole con una foto in cui sorride accanto a Conte.

Questo episodio mette in luce un clima di insoddisfazione crescente tra i militanti, specialmente tra le cosiddette 'seconde linee'. Anche all'interno del Parlamento, tra i seguaci di Conte, si sente sempre più spesso il coro di chi sostiene che per evitare l'estinzione, il Movimento debba distaccarsi dal Pd. "Il Partito Democratico e l'Avs ci stanno cannibalizzando", è il refrain che inizia a circolare anche nei circoli alti di Via di Campo Marzio, la nuova sede del Movimento.

I numeri parlano chiaro: in Emilia Romagna, i Cinque Stelle hanno raccolto solo il 3,5% dei voti, eleggendo un singolo consigliere regionale. Un declino significativo rispetto al 4,7% ottenuto nel 2019. La situazione non è migliore in Umbria, dove il Movimento ha ottenuto il misero 4,7%, un calo rispetto al 7,4% della precedente elezione, nonostante fosse in coalizione con il centrosinistra. Questi dati alimentano le preoccupazioni di Conte, che teme una rivolta della base contro le scelte strategiche adottate, specialmente riguardo alle alleanze.

I militanti saranno chiamati a esprimere il proprio parere in merito alle alleanze con altre forze politiche. Hanno quattro opzioni: etichettare il M5s come "progressista", "progressista indipendente", "di sinistra" o rifiutare ogni forma di alleanza, cercando un'equidistanza tra destra e sinistra. Secondo le ultime stime, la scelta più probabile sarebbe quella di dichiararsi "progressisti indipendenti", che consentirebbe al Movimento di liberarsi dall'abbraccio con il Pd di Elly Schlein.

Tuttavia, il vero timore di Conte è la possibilità che la base voti per un ritorno alle origini, a quella filosofia di "né di destra né di sinistra" che ha caratterizzato il Movimento nei suoi inizi. Se ciò dovesse accadere, sarebbe una sconfitta inaspettata per Conte e una vittoria per Grillo, destando ulteriori preoccupazioni tra i pentastellati in Parlamento.

Questo scontro interno potrebbe avere conseguenze fatali per la leadership di Conte e il futuro del Movimento 5 Stelle, a meno che non riesca a prendere decisioni rapide e strategiche per ricompattare la base disorientata, prima che sia troppo tardi.