COP29: Accordo storico per 300 miliardi all’anno per il clima dai Paesi avanzati
2024-11-23
Autore: Marco
Dopo intense e prolungate negoziazioni, la COP di Baku, che ha visto coinvolti quasi 200 Stati, è riuscita a raggiungere un accordo, seppur parziale. Nonostante la soddisfazione di avere concluso la Conferenza, gli Stati partecipanti non possono dirsi completamente soddisfatti. Dopo una giornata di trattative che si sono protratte fino a domenica mattina alle 2:40, il compromesso ha visto i Paesi avanzati accettare di aumentare gli aiuti bilaterali ai Paesi in via di sviluppo da 250 a 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2030, grazie all'intervento degli Stati Uniti e dell'Unione Europea.
Tuttavia, questo aumento è stato accolto con scetticismo da parte delle piccole isole e delle nazioni meno sviluppate, che hanno esposto le loro preoccupazioni circa la scarsa considerazione delle loro esigenze. Questi gruppi, che rappresentano oltre 80 Paesi, hanno addirittura abbandonato temporaneamente le negoziazioni sabato pomeriggio, evidenziando i limiti dell’anelito alla cooperazione internazionale. Il Brasile, in particolare, ha spinto per un importo ancora più elevato, pari a 390 miliardi di dollari.
L'accordo, sebbene significativo, riflette le difficoltà intrinseche nel sistema delle Conferenze Onu sul clima, sempre più sfidato dallo sfaldamento del multilateralismo e dalle tensioni geopolitiche in corso. Con l'innalzamento del livello del mare che minaccia direttamente le piccole isole e l'urgenza di azioni concrete per combattere il cambiamento climatico, è chiaro che gli impegni presi non bastano. I leader mondiali sono stati messi sotto pressione dai gruppi ecologisti e dalla società civile, sempre più vocali nel chiedere misure più audaci e tempestive. La domanda ora è: chi sarà in grado di mantenere le promesse fatte e garantire che questi fondi vengano effettivamente utilizzati per sostenere i progetti climatici nei Paesi più vulnerabili?