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Corte Costituzionale: Ottava Fumata Nera nella Scelta del Giudice. Schlein: 'Le Opposizioni Unite Hanno Bloccato la Maggioranza'

2024-10-08

Autore: Sofia

L'ultima fumata nera nell'elezione del giudice della Corte Costituzionale ha riportato in primo piano l'ipotesi di posticipare il voto a dicembre. In effetti, alla fine dell'anno si concluderanno i mandati di tre giudici: il presidente Augusto Barbera, Giulio Prosperetti e Franco Modugno. Questo scenario potrebbe portare a una nomina simultanea di quattro giudici, chiudendo così un pacchetto di elezioni fondamentali. Tuttavia, il ritardo potrebbe anche lasciar la Consulta con soli 11 membri, creando un pericolo per la capacità della Corte di funzionare, poiché un'ulteriore assenza renderebbe impossibile il lavoro della Corte.

Il Partito Democratico, attraverso la sua responsabile giustizia Debora Serracchiani, ha affermato che la situazione attuale dimostra un caos all'interno della maggioranza, sottolineando che la mancanza di accordo al loro interno rende impossibile procedere senza un clima di dialogo. Serracchiani ha dichiarato: 'Speriamo che il Parlamento possa procedere senza forzature e in uno spirito di condivisione, come previsto dalla Costituzione.'

Dall'altro lado, Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia ha risposto alle critiche, affermando che l'opposizione non può bloccare l'Italia e che i numeri dell’Aula lo confermano. La tensione tra le diverse parti sembra crescente, con accuse di mancanza di rispetto delle istituzioni da entrambe le parti.

Matteo Salvini, leader della Lega, ha ulteriormente attaccato le opposizioni, suggerendo che queste potrebbero rifiutare qualsiasi proposta, anche se presentata da personalità rispettabili come Madre Teresa. Ha affermato che è necessario trovare un accordo per garantire un numero adeguato di giudici e mantenere la stabilità istituzionale.

Elly Schlein, segretaria del PD, ha risposto con fermezza, invitando la maggioranza a dialogare e a non procedere unilatermente. Ha sottolineato l'importanza del confronto, dicendo: 'Ci aspettiamo che accettino di dialogare, poiché la maggioranza sta mostrando un'avversione al riconoscimento della centralità costituzionale della Corte.'

Al di là delle schermaglie politiche, anche tecnicamente la situazione è complessa. Se le opposizioni, unite, decidono di non partecipare al voto, potrebbe verificarsi un ulteriore stallo, con l'eventualità di dover votare scheda bianca o rimandare la decisione, aggravando una crisi istituzionale già evidente.

Il focus ora rimane su come la maggioranza riuscirà a superare questo impasse, con la scadenza di dicembre che incombe. Chi avrà l'ultima parola su chi siederà alla Corte Costituzionale? La risposta a questa domanda potrebbe avere ripercussioni significative sul funzionamento e sull'indipendenza delle istituzioni italiane.