Crisi nella Valutazione Ambientale: Rinnovabili a Rischio Paralisi, il Ministero Interviene!
2025-01-04
Autore: Giovanni
La transizione verso le energie rinnovabili in Italia sta attraversando una fase critica, con l’accelerazione delle valutazioni ambientali che si scontra contro innumerevoli ostacoli. Dopo le dimissioni di Nocco, ex presidente della commissione competente, e del suo capo di gabinetto Antonio Scino, emerge un quadro di difficoltà legate alla complessità delle procedure burocratiche e alla mancanza di personale qualificato. Nonostante ciò, è possibile che il ministro dell'Ambiente riesca a rimediare alla situazione e a annullare le dimissioni.
Non sono solo i progetti di rinnovabili a trovarsi in questa situazione. La commissione ha rilasciato nel 2023 304 pareri che riguardano anche importanti infrastrutture come la ferrovia Romagnano – Buonabitacolo della nuova linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria e il porto di Fiumicino, legato ai progetti per il Giubileo. Tra queste richieste, 120 sono dedicate a impianti agrivoltaici, 70 a quelli fotovoltaici, oltre a impianti eolici e opere ferroviarie e portuali.
La commissione si trova a operare in condizioni titaniche, con ben 1.600 richieste ancora da evadere dalle 2.500 presentate dal 2022. La mancanza di organico è una costante, aggravata da dimissioni degli stessi commissari, costretti a sopportare costi anticipati per sopralluoghi e pagamenti che arrivano con notevoli ritardi. Quest’anno, per esempio, l’acconto previsto per aprile è stato erogato solo a dicembre. Inoltre, la commissione dovrebbe autofinanziarsi: oltre 100 milioni di euro sono previsti dalle aziende tra il 2023 e il 2024, ma alcuni uffici interpretano tali fondi come una tassa, lasciando così i commissari a lavorare gratis.
Ci sono, tuttavia, segnali positivi. Il ministero dell'Ambiente sta lavorando per aumentare il numero dei commissari da 56 a 70 e ben dieci nuovi membri, tra cui Giuseppe Lopresti, si apprestano a entrare in carica. Questo aumento di organico potrebbe finalmente smuovere la situazione, che al momento è soffocata da una normativa che prevede che i pareri Via siano espressi entro 130 giorni, ma che di fatto appare inattuabile di fronte all’immensa mole di richieste.
L’attuale crisi ha già scatenato una raffica di ricorsi al Tar da parte dei privati, con 227 casi già avviati e 38 sentenze emesse contro la commissione. La frustrazione è palpabile: quando un progetto viene effettivamente esaminato, la commissione rispetta i tempi, ma l'ostacolo rimane nell'avvio delle procedure. La situazione è critica, e se non verranno adottate misure straordinarie, le energie rinnovabili rischiano di subire un pesante arretramento.