Cristina Roccati: La Rivoluzionaria Dama della Fisica contro il Patriarcato
2024-11-27
Autore: Giovanni
ROVIGO - Sul podio delle tre prime laureate donne nel mondo, la vetta è occupata da Elena Lucrezia Corner Piscopia, una veneziana che conseguì la laurea in filosofia a Padova il 25 giugno 1678. Negli ultimi anni, la sua storia è riuscita a riemergere grazie a iniziative come l'emissione di un francobollo a lei dedicato, oltre a diverse aule universitarie intitolate al suo nome. Secondo posto spetta a Laura Bassi, bolognese, anch'essa laureata in filosofia nell'aprile 1732, che divenne la prima docente donna, tenendo la sua prima lezione poco dopo la laurea. Dal 1749, iniziò a insegnare fisica sperimentale, quando le due discipline erano ancora unificate nell'ambito della filosofia.
Ma chi è Cristina Roccati?
Ben meno conosciuta è la terza classificata nella storia delle donne laureate: Cristina Roccati, nativa di Rovigo, si laureò in filosofia nel maggio 1751 a Bologna, sotto l'ala di Laura Bassi, che la presentò ufficialmente ai colleghi e ne introdusse la dissertazione. Roccati si specializzò in fisica a Padova e divenne docente all'Accademia dei Concordi di Rovigo. Rientra anche lei nei record: fu la prima studentessa fuori sede in tale contesto. La sua città natale, in un tentativo di colmare questo vuoto nella memoria storica, organizza una mostra intitolata "Cristina Roccati (1732-1797). La donna che osò studiare fisica", che sarà inaugurata il 6 dicembre presso il palazzo Roncale di Rovigo, con chiusura il 26 aprile. La presentazione della mostra avverrà a Treviso il giorno prima, alla presenza di Elena Canadelli, docente di Storia della scienza all'Università di Padova e curatrice dell'evento.
Canadelli sottolinea: «Dopo la morte di Cristina, un velo di oblio è calato sulla sua vita e le sue opere. La mostra intende squarciare questo velo, ripercorrendo i rapporti tra scienza, società e il ruolo delle donne nel secolo dei Lumi».
Una Famiglia Nobile con Grandi Aspirazioni
L'esposizione, concepita da Sergio Campagnolo e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, presenterà anche un ritratto realizzato dal pittore contemporaneo Matteo Massagrande, che ha voluto rendere il volto di Roccati, ispirandosi a una vecchia incisione di scarsa qualità. Dalla descrizione dell'epoca, si sa che era una donna di bassa statura, con capelli castagni, occhi neri e un viso piuttosto attraente. Massagrande ha studiato a fondo la rappresentazione settecentesca e, tenendo conto delle convenzioni del tempo, ha realizzato un ritratto che cerca di catturare quanto più realisticamente possibile la figura della talentuosa fisica.
Nata in una famiglia nobile a Rovigo, Roccati ha potuto ricevere un'istruzione di qualità. A soli quindici anni, nel 1747, si esibì declamando i suoi versi di fronte all'Accademia dei Concordi, dopo di che divenne anche "principe" dell'Accademia, non senza controversie. La sua carriera accademica si arricchisce di esperienze in ambito scientifico e letterario; nel 1747, con il consenso di suo padre e accompagnata da una zia, si unì agli artisti dell'Università di Bologna, diventando la prima studentessa straniera. Si dedicò con passione allo studio della fisica, integrando anche materie come le scienze naturali e la matematica. Il suo talento la portò a diventare consigliatrice, il massimo riconoscimento per gli studenti dell'ateneo bolognese. Roccati fu riconosciuta in prestigiose accademie, come gli Apatisti di Firenze e gli Agiati di Rovereto.
Dopo una cerimonia di laurea indimenticabile il 5 maggio 1751, tornò a Rovigo, per proseguire i suoi studi a Padova e approfondire le dottrine newtoniane, studiando anche lingue classiche. Durante il suo periodo all'Accademia dei Concordi, Roccati tenne 51 lezioni scientifiche tra il 1751 e il 1777, opere mai pubblicate fino ad oggi. Morì il 16 marzo 1797, lasciando un'eredità educativa significativa.
Le Discriminazioni nel Mondo Accademico
La mostra dedicata a Roccati sarà promossa anche attraverso metodi di marketing innovativi, inclusa la distribuzione di cartoline con frasi misogine dell’epoca, riportando alla luce le discriminazioni subite dalle donne nel campo accademico. Tra le frasi più eclatanti, vi era l'affermazione del cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova, che sosteneva: «È uno sproposito dottorar una donna; ci renderebbe ridicoli a tutto il mondo». Potente fu anche Petronio Zecchini, un affermato anatomista che affermava con disprezzo che «l'intelletto femminile è governato dai movimenti dell'utero», sostenendo la necessità di una guida maschile per le donne. A queste assurdità si oppose Giacomo Casanova, che, in un libello, ribadì che l’intelligenza delle donne è frutto di educazione e contesto, non di condizioni biologiche. Sorprende che nel 1772 qualcuno parlasse di "condizione della donna", tornando l'argomento attuale e rilevante, proprio mentre personalità come Casanova usavano la propria influenza per promuovere una visione più equa e progressista.