Sport

Da pilota di Moto2 a cercatore di spiritualità: la trasformazione di Axel Pons in Isha

2024-11-26

Autore: Alessandra

"Vengo da Allah, ma sono nato a Barcellona". Con questa frase, Axel Pons, ora conosciuto come Isha, ha dato una risposta profonda a un bambino che gli chiedeva da dove provenisse.

La sua storia è straordinaria e segna un cambiamento radicale nella vita di questo giovane ex pilota.

Nasce nel 1991 a Barcellona, figlio di Sito Pons, due volte campione del mondo nella categoria 250. Axel ha tentato di seguire le orme del padre nel MotoGP, gareggiando dal 2008 al 2017 in Moto2. Tuttavia, la sua carriera è stata segnata da pochi risultati di rilievo; il suo miglior piazzamento è stato un sesto posto al Mugello nel 2016, e la sua posizione massima in classifica mondiale è stata il 16° posto.

Dopo anni di tentativi nel mondo delle moto, Axel ha deciso di lasciare tutto per dedicarsi a una ricerca spirituale, intraprendendo un cammino a piedi che lo ha portato a esplorare dieci Paesi, arrivando fino in Pakistan in un viaggio che dura da 15 mesi. In un video, Isha ha rivelato di averne abbastanza della vita frenetica e ha detto di voler rallentare, scegliendo di vivere ogni istante con più consapevolezza.

In passato, Axel aveva anche cercato fortune nel mondo della moda, come stilista e modello. Tuttavia, nel 2019, durante un’intervista a El Pais, annunciò la sua decisione di cambiare vita. Da allora, ha trascorso cinque anni lontano dai riflettori, reinventandosi con un look radicalmente diverso: capelli lunghi e rasta, indossando abiti larghi e camminando scalzo.

Rinomandandosi Isha, sembra aver abbracciato una nuova fede, molto probabilmente quella musulmana. Isha ha tentato di entrare in India, ma dopo un rifiuto ha scelto di continuare il suo viaggio in Pakistan, con l'intenzione di proseguire verso la Cina e da lì riprovare l’ingresso in India.

L’ex pilota oggi 33enne ha espresso il desiderio di "completare l'unione con Allah", portando con sé un rosario, simbolo della sua nuova vita di preghiera. "Cammino senza scarpe – ha detto – ed è bellissimo", mostrando la pianta nera dei suoi piedi segnata dal cammino.

Isha riflette sul ritmo della vita moderna, dicendo: "Che senso ha vivere ad un ritmo così veloce? Ho iniziato a diventare sempre più lento, sempre più lento, fino a vivere una vita che apprezza i dettagli". La sua trasformazione è un mix di pellegrinaggio spirituale e una sfida personale che sfida le norme della società.

"Cerco i miei fratelli" ha affermato in un momento di condivisione, testimoniando il potere dell’ospitalità e dell’incontro tra culture diverse. Alla domanda su dove stesse andando, con entusiasmo ha esclamato: "Pakistan Zindabad!" (lunga vita al Pakistan), salutando le persone che si erano fermate per conoscerlo. Una storia di libertà, auto-scoperta, e una ricerca di connessione profonda con l'umanità e il divino.