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Dazi: la strana logica di Trump e perché le tariffe USA non sono «reciproche»

2025-04-05

Autore: Chiara

La narrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riguardo ai dazi ha sollevato molte perplessità. Il suo approccio sembra infatti mancare di un fondamento economico solido, e non esiste alcun dazio dell'Unione Europea pari al 39% sui prodotti americani, come erroneamente affermato. Questo è un punto cruciale per comprendere la complessità delle relazioni commerciali tra USA e UE.

In un mondo globale, gli scambi commerciali sono governati da norme e regolamenti che si sforzano di essere equi. La strategia anti-dazi promossa dagli Stati Uniti, con il motto «Scegliete l’America», è in realtà una manovra per attrarre investimenti provenienti da aziende italiane e straniere. I vantaggi, come sgravi e sconti, vengono proposti per incentivare le imprese a spostare la loro produzione o i loro investimenti negli Stati Uniti.

Tuttavia, è essenziale chiedersi: questa strategia è sostenibile? L'economia globale sta attraversando una fase di complessità, e le aziende devono bilanciare i costi con i benefici. Nella pratica, i dazi dovrebbero riflettere una reciprocità tra le nazioni, ma l'attuale politica commerciale statunitense sembra ignorare questa premessa.

L'UE, nel rispondere a queste misure, deve proprio dimostrare di avere un piano robusto per proteggere i suoi interessi. Le tariffe e le regolamentazioni devono essere sfruttate come strumenti per promuovere il dialogo e una competizione leale, piuttosto che come armi in un conflitto commerciale.

In sintesi, la questione dei dazi non è solo una lotta tra due nazioni, ma piuttosto un riflesso di una rete intricata di relazioni commerciali globali. Gli imprenditori e i governi mondiali devono affrontare questa sfida con lungimiranza, per garantire che il commercio internazionale continui a prosperare senza comportamenti protezionistici dannosi.