Tecnologia

Deposito nucleare: Il piano audace di Pichetto per ammodernare i siti esistenti – Ma è davvero una soluzione?

2024-10-11

Autore: Chiara

Il dibattito sul deposito nazionale di superficie per le scorie nucleari sembra non avere fine, e ora il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha suggerito un'idea controversa: ammodernare le strutture esistenti. Alcuni esperti avvertono che questo approccio potrebbe rivelarsi un grave errore. Pichetto ha affermato che, poiché non ci sarà un deposito operativo prima del 2039, le strutture attuali possono essere rinnovate e ampliate per accogliere anche i rifiuti ad alta attività radioattiva, originando un nuovo caos.

Inizialmente, il piano prevedeva che il deposito nazionale trattasse solo rifiuti a bassa e media intensità radioattiva, mentre le scorie altamente radioattive avrebbero dovuto essere stoccate in depositi geologici sotterranei. Tuttavia, recenti sviluppi hanno portato a una revisione di queste previsioni: ora si parla di 78.000 metri cubi di scorie medie e basse, e di 17.000 metri cubi ad alta radioattività da stoccare sotto il cielo italiano.

Il Governo Meloni sembra aver perso il controllo della situazione, soprattutto per quanto riguarda la localizzazione del deposito. Con 51 siti già indicati nella Carta nazionale delle aree idonee (Cnai), la mancanza di consenso tra i territori sta complicando le cose. Pichetto ha aperto a autocandidature anche da aree prima considerate 'non idonee', ma il Comune di Trino Vercellese ha già ritirato la propria proposta. La situazione è così fluida che il ministro sta considerando l'idea di costruire tre depositi, uno in ciascuna delle tre macroaree del Paese: Nord, Centro e Sud.

La pressione per agire

Nel 2025, l'Italia dovrà riprendere 400 metri cubi di residui di combustibile nucleare da Francia e Regno Unito, frutto della sua passata avventura nucleare. Questo comporta che anche le 17.000 tonnellate di scorie ad alta attività radioattiva potrebbero finire in un deposito superficiale, contravvenendo a quelli che molti esperti considerano i protocolli di sicurezza appropriati.

Il dilemma del deposito geologico

Anche se Pichetto accogliesse l'idea di ammodernare i siti esistenti, resta il problema cruciale delle scorie ad alta radioattività, che richiederebbero un deposito geologico specifico dopo alcuni decenni. La docenza della chimica presso l’Università di Bologna, Margherita Venturi, evidenzia che l’Italia non ha il terreno adatto per stoccare in sicurezza queste scorie. I problemi riscontrati in altri paesi, come gli Stati Uniti con il caso di Yucca Mountain e la già lunga esperienza della Finlandia con Onkalo, dimostrano che la costruzione di tali depositi è un'operazione estremamente complessa e costosa, con implicazioni di lungo termine.

Decisioni inadeguate

Con le centrali nucleari inattive, dove andranno a finire le barre di combustibile? Rangers scettici mettono in discussione l'efficacia della proposta di Pichetto di gestire le scorie a livello domestico piuttosto che collaborare con altri paesi più esperti nella gestione dei rifiuti nucleari. Le critiche continuano ad aumentare in merito all'idea di investire risorse in nuove centrali nucleari invece di concentrare gli sforzi sulla creazione di un deposito sicuro per le scorie esistenti.

Dunque, in mezzo a proposte fittizie e un piano mal definito, l'Italia si trova di fronte a una crisi energetica e ambientale che deve essere affrontata con decisioni coraggiose e olimpiche. La sicurezza del cittadino e della salute pubblica devono restare al centro del dibattito, senza cadere nella tentazione delle facili soluzioni che potrebbero rivelarsi disastrose.