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Donald Trump: la controffensiva dei Democratici e i loro 'cattivi'

2024-11-17

Autore: Alessandra

La prima pagina di Repubblica di ieri si è rivelata un simbolo inaspettato dei paradossi della società moderna. La grande testata ha affrontato un tema cruciale, riassumibile in un concetto: la lotta tra bene e male nella politica contemporanea. Il titolo principale: «Tutti i cattivi di Trump» introduce una serie di ritratti dei membri della sua amministrazione, accostati a una riflessione del politologo Luigi Manconi su «Il linguaggio inquinato», evidenziando il linguaggio tossico delle destre populiste.

Questa ironica contraddizione si riflette nell'incapacità dei Democratici di riconoscere il proprio linguaggio di odio e divisione, mentre indicano come malvagie le figure associate a Donald Trump, il presidente che secondo loro non sarebbe mai dovuto rimanere alla Casa Bianca, se solo gli elettori avessero votato diversamente.

L'articolo prosegue con un sommario che pone interrogativi sull’evoluzione dell’amministrazione Trump: «La fedeltà e la vendetta. Così Trump sta formando il suo nuovo governo, ma estremismo e incompetenza rischiano di farlo fallire». Quella che dovrebbe essere un'analisi critica si trasforma in una narrazione da film, dove i membri del team di Trump vengono rappresentati come incarnazioni del Joker, un simbolo di anarchia e follia. In particolare, si discute della figura di Elon Musk, interrogandosi sulla sua reale personalità: sarà l'innovatore geniale o il soggetto instabile accusato di comportamento discutibile?

Un aspetto che colpisce è l'elevato uso di etichette negative. Tom Homan, per esempio, viene perseguitato dal soprannome di «uomo dei bambini nelle gabbie», una figura demonizzata nonostante questa prassi sia stata avviata da Obama. Questo crea un quadro distorto in cui ogni legame con la destra è considerato impuro e malsano.

In un crescendo di demonizzazione, l'articolo menziona figure come Lee Zeldin, descritto come un «killer» dell'ambiente, o Tulsi Gabbard, etichettata come «amica di Putin e Assad». Ogni attacco personale appare come parte di una strategia per smascherare i 'cattivi' della politica americana.

Il titolo allude a un orrendo governo che avanza, quasi un’«Armata delle Tenebre», in cui il concetto di bene e male viene esaminato in modo manicheo. I Democratici, dai loro angoli illuminati, si percepiscono come i guardiani della morale e della verità, mentre dipingono i repubblicani come portatori di un'oscurità ineluttabile. Questa narrativa non è solo una rappresentazione dei politici avversari, ma riflette una forma di arroganza culturale, dove un'ideologia è assistita da una nebbia di pregiudizi.

Salman Rushdie aveva avvisato che il linguaggio della blasfemia e dell’anatema poteva tornare sotto forme laiche. «Cattivi» diventa così il grido di molteplici movimenti progressisti, una parola che fa paura e evidenzia la mancanza di dialogo e comprensione. Con la polarizzazione attuale, ci si interroga: riusciranno mai i Democratici a riconsiderare il loro approccio, e a trovare un terreno comune con avversari così ostinatamente demonizzati?