Elezioni presidenziali in Romania: oggi il voto per il successore di Klaus Iohannis
2024-11-24
Autore: Marco
Oggi in Romania si svolgono le elezioni presidenziali per scegliere il successore di Klaus Iohannis, un presidente liberale che ha governato il Paese per due mandati e che, secondo la legge, non può più candidarsi.
I sondaggi mostrano che è improbabile che uno dei 14 candidati riesca a ottenere più del 50% dei suffragi al primo turno. Questo porta a pensare che sarà necessario attendere il ballottaggio, previsto per l'8 dicembre, per vedere chi diventerà il nuovo capo dello Stato.
Attualmente, non ci sono favoriti sicuri, anche se il primo ministro in carica, Marcel Ciolacu del Partito Socialdemocratico (PDS), sembra essere in prima posizione con il 24%-25% delle preferenze. Se lo contendono George Simion, leader dell'estrema destra sovranista dell'Alleanza per l'Unione dei Romeni (AUR) con una percentuale tra il 15% e il 18%, l'ex premier Nicolae Ciuca del Partito Nazionale Liberale (PNL) e la conservatrice Elena Lasconi dell'Unione Salviamo la Romania (USR), i quali potrebbero riservare delle sorprese.
Tra i candidati c'è anche Mircea Geoana, ex ministro degli esteri e già ambasciatore negli Stati Uniti, che si presenta come indipendente e pone l'accento sull'importanza della sua esperienza internazionale, particolarmente rilevante nel contesto del conflitto armato in Ucraina.
Parallelamente alle presidenziali, il 1 dicembre si svolgeranno le elezioni parlamentari in Romania. I cittadini romeni all'estero hanno già cominciato a votare, in particolare in Italia, dove la comunità romena è numerosa. Sono stati allestiti 157 seggi elettorali, aperti dalle 7 alle 22 ora locale.
La Romania, membro della NATO e dell'Unione Europea dal 2007, potrebbe vedere realizzato il sogno di entrare nel territorio Schengen dal prossimo gennaio, grazie alla rimozione del veto da parte dell’Austria. Questo consentirebbe una libera circolazione non solo aerea, ma anche terrestre, portando a nuove opportunità per i cittadini romeni e bulgari. Chi vincerà queste elezioni avrà quindi un compito cruciale, non solo nella politica interna, ma anche in ambito internazionale.