Salute

Emergenza sanitaria in Italia: Quattro milioni di italiani rinunciano a curarsi. Il settore pubblico in crisi, i privati in crescita! (+10,3%)

2024-10-08

Autore: Chiara

Nel 2023, ben quattro milioni e mezzo di italiani hanno rinunciato a ricevere cure mediche necessarie. Questo corrisponde a quasi l'8% della popolazione, la quale ha evitato visite specialistiche ed esami diagnostici a causa dei lunghi tempi di attesa e delle difficoltà di accesso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che sta affrontando un deficit di oltre 52 miliardi di euro per raggiungere gli standard di spesa pubblica degli altri Paesi OCSE. I cittadini più abbienti, nel tentativo di superare queste difficoltà, si stanno rivolgendo sempre più alla sanità privata, con un aumento della spesa personale di ben il 10,3%. Dall'altro lato, i più vulnerabili non possono permettersi di pagare, portando alla rinuncia alle cure per ben 2,5 milioni di persone, un dato in incremento di quasi 600.000 unità rispetto all'anno scorso.

La situazione nel Mezzogiorno è particolarmente critica, dove le uniche regioni a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono Puglia e Basilicata. Nel contesto di questa crisi, un altro aspetto grave è la fuga dei medici: oltre 11.000 professionisti hanno abbandonato il SSN tra il 2019 e il 2022, spinti da condizioni lavorative insostenibili, burnout e retribuzioni poco competitive. Ma è la mancanza di infermieri il problema più grave: con solo 6,5 infermieri ogni mille abitanti, l'Italia è ben al di sotto della media OCSE di 9,8, e questo dato è destinato a deteriorarsi ulteriormente. In effetti, l'Italia è terzultima in Europa per laureati in Scienze Infermieristiche.

Questi sono solo alcuni dei punti critici emersi nel 7° Rapporto Gimbe sul SSN, presentato l'8 ottobre a Roma. Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è fondamentale che la salute pubblica diventi una priorità fondamentale nell'agenda politica: "Dobbiamo decidere cosa vogliamo garantire alle generazioni future," ha detto.

Il rapporto evidenzia anche un aumento del Fabbisogno Sanitario Nazionale (FSN), che è cresciuto di circa 28,4 miliardi di euro dal 2010 al 2024, ma in questo intervallo la spesa per la sanità pubblica è rimasta stagnante. Nel 2023 la spesa sanitaria totale è aumentata di 4,2 miliardi di euro, ma la spesa pubblica è diminuita dell'0,1%, il che significa che gli italiani stanno investendo di più nella sanità privata per curare se stessi.

In aggiunta, la diminuzione degli investimenti in servizi di prevenzione di quasi due miliardi rispetto all'anno precedente è un segnale preoccupante. Cartabellotta avverte che, se non si rilancia il SSN con adeguati investimenti pubblici e riforme, ci troveremo ad affrontare un futuro con un sistema sanitario sempre più privatizzato e diseguale.

In conclusione, l'Italia deve affrontare una crisi sanitaria di proporzioni allarmanti, con sempre più persone che non riescono ad accedere alle cure necessarie. La situazione richiede un intervento immediato per recuperare il diritto ai servizi sanitari essenziali, affinché si possa garantire una sanità pubblica equa e accessibile per tutti.