Eureka a Firenze! Il primo motore a scoppio della storia è stato riacceso
2025-01-15
Autore: Maria
Un straordinario pezzo di storia dell'ingegneria italiana è tornato in vita! La replica del rivoluzionario motore a scoppio, creato nel 1853 da Padre Eugenio Barsanti e dall'ingegner Felice Matteucci, ha finalmente ripreso a funzionare grazie all'evento tenutosi presso il Museo Galileo di Firenze. Questo primato, poco conosciuto e spesso trascurato, si è finalmente guadagnato il palcoscenico che merita.
Originariamente progettato e brevettato a Lucca, il primo motore a scoppio ha visto la luce presso la Fonderia Benini di Firenze. L'idea di riportarlo in vita nasce nel 2022, per opera del Club Moto d’Epoca Fiorentino Federato ASI, il quale si è impegnato a rimediare a un'ingiustizia storica, dato che molti attribuiscono erroneamente questo primato a Nikolaus Otto, il quale brevettò un dispositivo simile solo nel 1862. Dopo due anni di intensi lavori e oltre 5.000 ore dedicate alla ricerca e alla costruzione, la replica funzionale è diventata realtà.
L'evento di presentazione ha avuto luogo nel rinomato Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove istituzionali, accademici e appassionati si sono riuniti per celebrare questo importante traguardo. Tra i presenti c'erano figure di spicco come Paola Galgani, Giovanni Bettarini, e il Professor Giovanni Ferrara dell'Università di Firenze, oltre a Maria Luisa Beconcini, Presidente della Fondazione Barsanti e Matteucci. Alberto Scuro, Presidente dell'ASI, ha enfatizzato l'impatto storico dell'invenzione, definendola "un primato mondiale senza eguali", e sottolineando la sua importanza nel panorama ingegneristico globale.
Il motore Barsanti-Matteucci è un innovativo dispositivo a tre tempi di tipo grave-atmosferico. La dinamica di combustione si articola in aspirazione, scoppio e scarico, senza la fase di compressione. Nella camera di combustione, situata alla base di un cilindro verticale, la miscela di aria e gas utilizzata all'epoca era composta per il 50% da idrogeno, 35% da metano, 10% da monossido di carbonio e 5% da etilene.
Un'inaudita esplosione, innescata da una scintilla generata da un rocchetto di Ruhmkorff, spinge il pistone verso l'alto, mentre il raffreddamento dei gas e il peso del pistone ne favoriscono la discesa, permettendo il trasferimento del movimento tramite un sistema a cremagliera e una ruota dentata. Questa peculiare configurazione, definita "ad azione differita", consente di sfruttare l'energia durante la fase discendente.
Il pistone, dotato di un eccezionale diametro di 150 mm, ha richiesto un sistema d'accensione specifico per creare una scintilla potente e costante, riproducendo fedelmente il cuore tecnologico di questa invenzione italiana. Un evento che non solo celebra il passato, ma apre le porte a un futuro in cui l'ingegneria storica continua a ispirare innovazione!