Nella prossima riunione di dicembre, la Federal Reserve degli Stati Uniti è attesa a un ulteriore taglio dei tassi di interesse, portando i tassi di riferimento a un range di 4,25-2,50%, rispetto all'attuale 4,50-4,75%. Sebbene ci siano segnali di un rallentamento dell'inflazione e delle pressioni economiche, l’ente monetario rimane vigile e i 'dots', ovvero le previsioni individuali dei governatori, indicano un percorso di diminuzione graduale per il 2024.

Nel lungo termine, la Fed prevede di ridurre il costo del credito di 100 punti base, in linea con le proiezioni fatte tre mesi fa, avvicinandosi così al tasso neutrale che si attesta vicino, ma sotto, il 3%. Questo approccio cauteloso è particolarmente evidente nel confronto con la BCE, che ha meno di 50 punti base da raggiungere per il livello naturale dei tassi.

Le aspettative di inflazione rimangono una questione rilevante. Le previsioni a medio e lungo termine si stanno stabilizzando leggermente sopra il 2%, mostrando segni di una lenta ripresa. L’inflazione core, misurata tramite l’indice delle spese per consumi personali, è attualmente intorno al 3%, con previsioni che potrebbero portare a un aumento al 3,04% entro dicembre.

In aggiunta, la crescita delle retribuzioni orarie rimane robusta, accentuando la necessità di prudenza da parte della Fed. Le retribuzioni continuano a segnalare una leggera accelerazione, ritornando sopra il 4% negli ultimi due mesi, il che potrebbe indicare un miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie americane.

Un altro aspetto da considerare è l'orientamento sempre meno restrittivo della politica monetaria. La curva dei rendimenti è scesa ulteriormente, raggiungendo minimi storici da marzo 2023. Questo, insieme al calo dell'indice delle condizioni finanziarie della Fed di Chicago, suggerisce un approccio monetario più accomodante, in risposta alle sfide economiche attuali.

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