Intrattenimento

Festival di Sanremo: «Senza Rai è possibile, ma spostatelo dall’Ariston!»

2025-04-12

Autore: Chiara

La polemica sul futuro del Festival

Stefano Cerruti, manager di Just Entertainment, lancia un appello provocatorio sul Festival di Sanremo: «Un Festival senza Rai? Perché no! Ma attenzione, spostatelo dall’Ariston, è inadeguato». Nel corso di un'intervista a Fanpage, Cerruti ha espresso la sua frustrazione sul modo in cui la Rai gestisce l'evento, sottolineando che un bando pubblico è l'unica soluzione per «riportare Sanremo a regole chiare e trasparenti». Determinato, ha esclamato: «Perché la Rai ha paura di una gara?».

Colpevoli e inadeguatezze nel mondo musicale

Cerruti punta il dito contro diversi attori chiave, incluso l’AD della Rai, Giampaolo Rossi, e il presidente della Fimi, Enzo Mazza, descrivendo l’attuale situazione come una «debacle legale». Sottolinea la mancanza di compensi adeguati per gli artisti, evidenziando che i giovani talenti guadagnano solo 2000 euro per le loro performance. «Manca completamente il dialogo con l’industria musicale», afferma Cerruti, richiamando un problema di lungo corso.

Cosa ci riserverà il futuro di Sanremo?

La decisione del Consiglio di Stato sul bando è attesa per il 22 maggio. Cerruti non è convinto dalle modalità con cui è stato strutturato e avverte che chiunque prenda in consegna il festival dovrà negoziare con l'industria musicale. «Se avrò ragione, il Festival di Sanremo come lo conosciamo potrebbe cambiare radicalmente», afferma con fermezza.

Mediaset e un Sanremo lontano dalla Liguria?

Rivolgendosi al futuro, Cerruti esprime dei dubbi sulla partecipazione di Mediaset al bando, affermando che un Festival lontano dalla Liguria sarebbe un errore. «Se la Rai ammette di aver gestito il festival illegalmente per vent'anni, che futuro abbiamo?», si chiede.

L'Ariston, un teatro da rinnovare

Infine, Cerruti non risparmia critiche all'Ariston, definendolo «inadeguato» e lamentando le ingenti spese annuali senza investimenti concreti per migliorare la struttura. La soluzione, secondo lui, è chiara: «Bisogna delocalizzare il festival. Non possiamo continuare così».