Negli ultimi giorni, sono emerse notizie preoccupanti riguardo al danneggiamento di quattro cavi di telecomunicazione sottomarini nel Mar Baltico. Tre di questi cavi collegano la Finlandia e l'Estonia, mentre uno è tra la Finlandia e la Germania.

Le autorità estoni, rappresentate dalla portavoce Laura Laaster, hanno dichiarato che attualmente non è chiara la causa dei danni, ma si sono affrettate a rassicurare i consumatori, affermando che non ci saranno ripercussioni sui loro servizi. Tuttavia, è stata avviata un'indagine per chiarire l'accaduto, e non si esclude l'ipotesi di un possibile sabotaggio.

In un colpo di scena, la polizia e la guardia di frontiera finlandesi hanno intercettato una petroliera di nome Eagle S, registrata alle Isole Cook. Le forze dell'ordine hanno preso il controllo della nave, portandola in acque territoriali finlandesi, poiché sospettano che possa essere coinvolta nel danneggiamento dei cavi sottomarini.

Le indagini preliminari indicano che la petroliera è stata in grado di danneggiare la rete di connessione Estlink 2 e i tre cavi collegati all'Estonia. È stato osservato che la nave non aveva le ancore sollevate al momento dell'ispezione, cosa che ha sollevato nuovi sospetti. Gli agenti di polizia hanno ordinato all'equipaggio di sollevare le ancore, e sospettano che una di queste possa essere responsabile dei danni ai cavi.

Le autorità finlandesi hanno anche lanciato un allerta riguardo a una presunta "flotta ombra" associata alla Russia, nota per il trasferimento illegale di materie prime sotto embargo, tra cui petrolio e gas. Di recente, un altro episodio simile ha coinvolto una nave cinese con equipaggio russo, che ha causato danni ai cavi delle telecomunicazioni nella regione baltico-scandinava.

Questo incidente ha sollevato numerosi interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture sottomarine e ha attirato l'attenzione sul potenziale rischio di tensioni geopolitiche nel Baltico. Gli esperti avvertono che un aumento della criminalità marittima e delle azioni di sabotaggio potrebbe avere conseguenze devastanti per la regione, già vulnerabile a conflitti internazionali.