Ford: il destino infausto di 4.000 posti di lavoro in Europa
2024-11-20
Autore: Francesco
In una mossa drastica per salvare il proprio futuro, Ford ha annunciato il taglio di ben 4.000 posti di lavoro in Europa, con 2.900 di questi destinati alla Germania entro la fine del 2027. La fabbrica di Colonia, dove si trova la sede centrale europea e la produzione dei nuovi modelli elettrici Explorer e Capri, subirà il peso maggiore di questa ristrutturazione. Attualmente, a Colonia, lavorano circa 11.500 persone, il che significa che un posto di lavoro su quattro è a rischio.
La società ha spiegato che questa decisione è stata dettata da una domanda di auto elettriche inferiore alle aspettative e dalla debolezza economica generale. Nel primo trimestre del 2025, si prevedono ulteriori giorni di lavoro ridotto nello stabilimento di Colonia, dove è stata recentemente chiusa la produzione della Fiesta, nonostante gli ingenti investimenti di 2 miliardi per l’elettrificazione.
Le vendite di Ford in Europa hanno subito una flessione, con 236.000 vetture vendute tra gennaio e settembre, pari a un calo del 15% rispetto all’anno precedente. Questa contrazione ha ridotto la quota di mercato dell'azienda al 3%, rispetto al 6,4% del 2018. A livello globale, Ford ha riportato un utile netto di 4 miliardi di dollari, in calo del 16%, con un utile operativo di 8 miliardi (-13,8%). La redditività si è abbassata, portando a una perdita di 3,7 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell’anno.
In un contesto europeo sempre più complesso, Ford sta cercando di ristrutturare le proprie attività per garantire una maggiore competitività. La transizione verso la mobilità elettrica è visto come cruciale, ma la mancanza di sostegno da parte dei governi e le normative confuse sulle emissioni di CO2 complicano ulteriormente le cose. Il vicepresidente John Lawler ha sottolineato l’importanza di un impegno congiunto per migliorare le condizioni di mercato e offrire incentivi ai consumatori, oltre a investire nelle infrastrutture di ricarica necessarie per supportare l'elettrificazione.
Il ministro italiano Adolfo Urso ha lanciato un allarme sulla situazione, attribuendo parte della crisi di Ford alle “regole folli” che l’Unione Europea ha imposto alle case automobilistiche, avvertendo che senza una revisione delle politiche, anche i colossi del settore potrebbero affrontare sanzioni pesanti.
La realtà è che Ford ha dovuto affrontare una serie di sfide, inclusi errori strategici e difficoltà legate alla pandemia e alla crisi dei semiconduttori. La chiusura della storica Fiesta, con oltre 16 milioni di unità vendute, segna la fine di un’era. Modelli come la Puma, pur essendo protagonisti, non sono sufficienti a sostenere le vendite in un mercato sempre più competitivo. La Mustang Mach-E, che avrebbe dovuto segnare il rilancio, ha deluso le aspettative, lasciando Ford in una posizione precaria.
In conclusione, la storica Ford rischia di non riconoscersi più nel mercato europeo, con una richiesta di cambiamento che si fa sempre più pressante. Non resta che sperare che la casa automobilistica torni alle sue radici e riscopra il suo spirito innovativo per affrontare le sfide del futuro.