Francia: chiesti 20 anni per il marito di Gisèle Pelicot, vittima di un incubo di violenze perpetrate da decine di uomini
2024-11-25
Autore: Chiara
Gli abusi
"Vent'anni sono tanti, ma allo stesso tempo sembrano insufficienti vista la gravità delle violenze subite da Gisèle", ha dichiarato Laure Chabaud, vice pubblico ministero durante il processo che ha sconvolto il villaggio di Mazan. Da oltre due mesi, i media francesi e internazionali raccontano una storia agghiacciante: una donna sedata ripetutamente e senza il suo consenso dal marito per un decennio. Decine di uomini sono stati reclutati tramite un sito di incontri, ora bocciato dalla rete, per abusare di lei a turno. Non pochi di questi uomini sono tornati più volte, come ha rivelato Jerôme, uno dei 50 imputati: "Non perché mi piacesse, ma perché la mia sessualità era incontrollabile".
Il processo
Il marito di Gisèle, accusato di aver perpetrato gran parte degli stupri, ha filmato gli atti e catalogato i video, dimostrando una mostruosa freddezza. "Sono colpevole di quello che ho fatto, ho rovinato tutto, devo pagare", ha ammesso Pelicot. Nel corso del processo, sono stati richiesti 20 anni di carcere per lui, mentre altri 17 anni sono stati invocati per Jean-Pierre M., descritto come "il discepolo" del marito, ispirato dalla metodologia della "sottomissione chimica" utilizzata per ridurre in stato di vulnerabilità Gisèle. Si segnala che per altri 11 imputati sono stati chiesti 10 anni di reclusione, sollevando forti polemiche tra gli avvocati. Patric Gontard, uno degli avvocati, ha definito "sconcertanti" le richieste della pubblica accusa: "La procura aveva la spada dell'opinione pubblica sulla schiena".
Significato sociale
Il pubblico ministero ha evidenziato che questo processo potrebbe segnare un cambio di paradigma nelle relazioni tra uomini e donne. La sentenza è attesa per il prossimo 20 dicembre e potrebbe avere un impatto significativo sulla lotta contro la violenza di genere in Francia. Questa vicenda ha sollevato un forte dibattito sulla necessità di una legislazione più severa e di un cambiamento culturale radicale per prevenire la violenza domestica e gli abusi. Il caso di Gisèle Pelicot, purtroppo, non è isolato, ma rappresenta cuore di un problema sistemico che affligge molte donne nel Paese e nel mondo.