Gigi D’Alessio e lo tsunami del 2004 in Indonesia: «Scampai la morte per un soffio con mio figlio sulle spalle»
2024-12-27
Autore: Giulia
Il 26 dicembre 2004, un devastante terremoto di magnitudo 9.2 nell'oceano Indiano scatenò uno tsunami che colpì 14 paesi, causando oltre 230.000 morti. Tra coloro che vissero in prima persona questa tragedia c'è il noto cantante Gigi D'Alessio, che si trovava alle Maldive con la sua famiglia.
«In un attimo il mare divenne un mostro», ricorda D'Alessio, «divorò quel paradiso e la sua gente. Fu terribile». Il cantante, che aveva appena completato il suo undicesimo album, si trovava a Soneva Fushi, pronto a trascorrere un Natale da sogno. Poco prima delle 8:00 ora locale, mentre in Italia era notte, la terra tremò e un'immensa onda d'acqua si abbatté sulle coste, inghiottendo tutto ciò che trovava sul suo cammino.
«Sembrava uno di quei film catastrofici», racconta il cantante, «arrivò un muro d’acqua alto diversi metri. Feci appena in tempo a prendere in braccio mio figlio Luca, che allora aveva poco più di un anno. Uscimmo dal bungalow e andammo a cercare i miei altri figli, Claudio e Ilaria. L'acqua saliva sempre di più e io continuavo a sollevare il piccolo Luca. Riuscimmo poi a raggiungere tutti una zona sicura, ma attorno a noi c'era solo urla, disperazione e distruzione. Non c'era nulla da salvare».
Gigi D'Alessio si sente fortunato per essere riuscito a portare in salvo la sua famiglia, ma non può dimenticare il senso di colpa che lo ha accompagnato. «Altri hanno sofferto molto di più», ammette, «i più poveri e i più indifesi sono stati le vittime incolpevoli di questa catastrofe. Noi ce la siamo cavata con un grande spavento e una vacanza rovinata, ma ho provato un profondo senso di colpa quando ho realizzato che altri non avevano avuto la stessa fortuna».
Recentemente, in un'intervista, D'Alessio ha rivelato che quel giorno tragico ha segnato profondamente la sua vita e la sua carriera. Non si tratta solo di un ricordo evanescente per lui, ma di un evento che ha influito sulle sue scelte e sul suo impegno verso tematiche sociali. Infatti, l'artista ha iniziato a collaborare attivamente con organizzazioni umanitarie dopo i tragici eventi, cercando di dare voce a chi è rimasto inascoltato e sostenere iniziative per la prevenzione e l'emergenza in caso di calamità. La sua storia è un monito per tutti su quanto sia fragile la vita e su come, in attimi, tutto possa cambiare.