Guerra Israele - Hamas: ultime notizie su Libano e Iran (18 novembre)
2024-11-18
Autore: Luca
La recente risposta di Hezbollah alla proposta di cessate il fuoco con Israele, presentata dagli Stati Uniti, è stata un "sì, ma", e i negoziati sono in corso per definire i dettagli rimasti in sospeso. Secondo quanto riportato, il Libano ha comunicato all'amministrazione Biden che Hezbollah ha espresso un parere positivo sulla proposta di tregua.
Nel frattempo, Papa Francesco ha denunciato gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza, sollevando interrogativi sul fatto che si possa considerare quanto sta accadendo a Gaza come un "genocidio". Israele ha risposto affermando che il massacro di cittadini israeliani avvenuto il 7 ottobre 2023 giustifica il diritto di Israele all'autodifesa.
In una dichiarazione recente, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha incitato i leader del G20 a premere su Hamas per un cessate il fuoco con Israele, in vista di possibili negoziati nei giorni a seguire. Biden ha sottolineato la necessità di limitare le vittime civili e di garantire la sicurezza di Israele, assieme al ritorno degli ostaggi e alla fine delle sofferenze del popolo palestinese.
In Israele, il primo ministro Benyamin Netanyahu ha dichiarato che Hamas sta cercando un accordo per porre fine alla guerra, ma ha sottolineato di non essere disposto a permettere che ciò accada. Ha inoltre annunciato l'intenzione di sviluppare un piano per sostituire Hamas nella distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza.
Mentre la tensione continua, l'inviato speciale degli Stati Uniti, Amos Hochstein, ha annullato la sua visita in Libano per incontrare i rappresentanti istituzionali, citando la mancanza di condizioni favorevoli per discutere un possibile cessate il fuoco.
Dall'altra parte, l'International Rescue Committee ha lanciato un allerta sulla situazione di carestia imminente nella Striscia di Gaza, avvertendo che il numero delle persone coinvolte è destinato a triplicare, e sollecitando un'accelerazione delle operazioni umanitarie. La situazione è critica, con un aumento rapido della fame e delle malattie.
Infine, le autorità turche hanno categoricamente smentito le notizie secondo cui Hamas aprirebbe un ufficio politico in Turchia, affermando che i membri del gruppo si incontrano in Turchia solo occasionalmente e senza una sede fissa. Mentre le autorità del Qatar hanno negato che Hamas debba lasciare il proprio ufficio a Doha.
La crisi tra Israele e Hamas continua ad aggravarsi, con ripercussioni sempre più gravi per la popolazione civile, in particolare a Gaza, dove si prevede che la situazione umanitaria possa deteriorarsi ulteriormente nei prossimi giorni.