Nel corso di quest'anno, gli astronomi hanno fatto una scoperta sconcertante grazie al telescopio spaziale James Webb: centinaia di galassie così lontane e compatte, da essere soprannominate "Puntini Rossi".

Questi oggetti cosmici si trovano in una delle aree più antiche dell'universo osservabile. Nonostante abbiano dimensioni modeste, circa il 2% della Via Lattea, la loro vera natura continua a sfuggire alla nostra comprensione. Il dott. Fabio Pacucci, astrofisico presso la Smithsonian Institution, ha evidenziato come queste galassie possano apparire diverse a seconda degli strumenti e dei metodi di osservazione utilizzati.

Alcuni dati suggeriscono che potrebbero trattarsi di galassie estremamente dense, con una popolazione stellare che arriva fino a 100 miliardi di stelle in uno spazio ristretto. Questa incredibile densità è paragonabile a stipare l’intera popolazione della Cina in una singola stanza! Una visione scioccante che sfida le nostre intuizioni sulla formazione e l'evoluzione dell'universo.

Inoltre, si ipotizza che al centro di queste galassie compatte possano trovarsi enormi buchi neri supermassicci. Tuttavia, l’assenza di emissioni di raggi X, normalmente associate a buchi neri attivi, complica ulteriormente la situazione, portando a interrogarsi se non siano semplicemente galassie ricche di stelle, senza i buchi neri che ci si aspetterebbe.

A rendere il tutto ancora più intrigante c'è la loro apparente "visibilità": queste galassie sembrano esistere solo durante un breve intervallo temporale, all’incirca tra i 600 e gli 800 milioni di anni dopo il Big Bang, e ora sembrano essersi completamente estinte. Cosa è successo a queste galassie? Sono solo una fase transitoria dell'evoluzione cosmica o rappresentano la chiave per comprendere i misteri dell'universo? Gli scienziati continuano a studiare questi ‘Puntini Rossi’ sperando di svelare segreti antichi e scoprire qualcosa di rivoluzionario sulla nostra origine e il nostro posto nell'universo.