Il controverso rifiuto della Francia di arrestare Netanyahu: Cosa si nasconde dietro questa decisione?
2024-11-29
Autore: Marco
Il dibattito sull'arresto di Netanyahu
Negli ultimi giorni, il dibattito sulla possibilità di arrestare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per il quale la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, è diventato acceso in diversi paesi. Tuttavia, questo rimane per ora un tema teorico, poiché Netanyahu dovrebbe trovarsi nel territorio di uno stato firmatario dello Statuto di Roma affinché il mandato venga eseguito. Mentre la premier italiana Giorgia Meloni ha affermato che l'Italia non ha una posizione ufficiale al riguardo, paesi come i Paesi Bassi e la Spagna hanno manifestato la loro intenzione di arrestarlo.
La decisione della Francia
Recentemente, la Francia è diventata il secondo paese europeo, dopo l’Ungheria, a dichiarare che non arresterà Netanyahu. Questa decisione ha sollevato molte polemiche, non solo per il rifiuto in sé, ma anche per gli argomenti giuridici su cui si basa. La Francia ha richiamato l'attenzione su un articolo dello Statuto di Roma, l’articolo 98, utilizzato da alcuni paesi come scudo per evitare di applicare i mandati di arresto della Corte.
Il principio dell’immunità
L'articolo 98 riguarda il principio dell’immunità, che protegge i capi di stato e di governo quando viaggiano all’estero. Nonostante la Francia sia firmataria dello Statuto di Roma e quindi obbligata a rispettare le decisioni della Corte, Israele non vi ha aderito. Al contrario, la Palestina, che riconosce la giurisdizione della CPI dal 2014, ha consentito alla Corte di investigare sui presunti crimini commessi da Israele, portando all'emissione del mandato d’arresto contro Netanyahu.
L’articolo 27 e le sue implicazioni
Un aspetto cruciale è l'articolo 27 dello Statuto, che stabilisce che l’immunità non può essere invocata per sfuggire a un mandato d’arresto. Tuttavia, la Francia sostiene che l’articolo 98 prevalga, giustificando così la propria decisione di garantire immunità a Netanyahu piuttosto che arrestarlo. Questo porta a interrogarsi sull’interpretazione della Corte riguardo all’articolo 98, che ha avvertito più volte che non può essere utilizzato per eludere i mandati di arresto.
La questione Putin e gli obblighi della Francia
La questione si è complicata ulteriormente con il caso del presidente russo Vladimir Putin. Sebbene anche per lui sia stato emesso un mandato di arresto, la Mongolia, firmataria dello Statuto, non lo ha arrestato citando l’articolo 98. Tuttavia, la Corte ha ribadito che questo comportamento violava gli obblighi di uno stato membro. La Francia, nel decidere di non arrestare Netanyahu, avrebbe dovuto consultarsi formalmente con la Corte, un passaggio previsto dall’articolo 97 dello Statuto.
Critiche alla posizione francese
Inoltre, la posizione della Francia è stata criticata poiché, mentre ha supportato il mandato di arresto contro Putin, ora sembra applicare criteri diversi per Netanyahu. Amnesty International ha descritto la posizione francese come "profondamente problematica", sottolineando la discrepanza nelle approcci a situazioni legali simili ma con diverse implicazioni politiche.
Implicazioni politiche e diplomatiche
È improbabile che Netanyahu venga realmente arrestato, dato che, dopo una dichiarazione del genere, sarebbe difficile immaginare un suo viaggio in un paese che ha manifestato l'intenzione di arrestarlo. Recentemente, alcuni media hanno suggerito che la Francia potrebbe aver preso questa posizione per facilitare i negoziati di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano, rivelando un potenziale legame tra diritto internazionale e politica diplomatica.