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Il nuovo governo francese: la sorpresa che nessuno si aspettava!

2024-09-23

Sabato sera, il primo ministro Michel Barnier ha ufficialmente presentato il nuovo governo francese, un esecutivo composto da 39 ministri e segretari di Stato. Questa nuova squadra, però, ha sollevato molte polemiche, perché appare molto più vicina alla destra radicale rispetto a quanto promesso dal presidente Emmanuel Macron. All'epoca delle elezioni, Macron aveva parlato di un 'fronte Repubblicano' per fronteggiare l'avanzata dell'estrema destra, ma il governo attuale sembra tradire queste intenzioni, portando il partito di Marine Le Pen, il Rassemblement National, in una posizione di forte influenza.

I commenti dei media nazionali sono impietosi. Critiche feroci hanno colpito Macron per non aver rispettato il risultato delle recenti elezioni legislative, che avevano visto la vittoria del Nuovo Fronte Popolare, una coalizione di forze di sinistra. Il politologo Vincent Martigny ha commentato su Le Monde che il governo riflette un retaggio del passato, definendolo un incarnato della 'vecchia Francia'.

Michel Barnier, noto per il suo ruolo di negoziatore nell'ambito della Brexit, proviene dall'ala destra dei Repubblicani, un partito che ha ottenuto ben dieci ministeri, tra cui quelli cruciali per l’Interno e l'Agricoltura. Le Monde ha persino riferito che i Repubblicani stanno resuscitando la cosiddetta destra 'fillonista', legata all'ex primo ministro François Fillon.

Il ministro dell'Interno Bruno Retailleau rappresenta perfettamente questa destra conservatrice. Le sue posizioni sull'immigrazione e i diritti civili sono state oggetto di dibattito; nel luglio 2023 ha espresso preoccupazioni riguardo a una presunta 'regressione' della Francia rispetto alle origini etniche delle popolazioni migranti. Le sue affermazioni, insieme a quelle di altri ministri, hanno acceso il dibattito su un governo che sembra retrocedere su questioni di inclusione e diritti civili.

Ulteriori preoccupazioni sorgono attorno alla presenza di esponenti apertamente contrari ai diritti delle persone LGBT e delle donne. Ad esempio, Laurence Garnier, nuova segretaria di Stato responsabile del Consumo e attivista del movimento ‘Manif pour tous’, ha dimostrato una netta opposizione ai diritti civili, sostenendo la cosiddetta 'famiglia tradizionale' e opponendosi al matrimonio tra persone dello stesso sesso.

In questo scenario, la sinistra ha visto ridurre la propria influenza all'interno del governo, con rappresentanti più vicini alla destra che fetgono parte dell'esecutivo. La situazione attuale rappresenta un chiaro passo indietro per le politiche progressiste in Francia, con l'opinione pubblica che teme un ritorno a misure più reazionarie.

Inaspettatamente, la schiera di opposizione della sinistra sta combattendo per ottenere che il nuovo governo rispecchi gli esiti delle elezioni di luglio, ma potrebbe trovarsi incapace di agire, con il Rassemblement National che probabilmente non si unirà a loro nelle mozioni di sfiducia. Recentemente, il quotidiano Libération ha persino ironizzato sulla nomina di Barnier, pubblicando una foto con la scritta 'Approvato da Marine Le Pen'.

Mentre Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, ha affermato che il nuovo governo segna 'il ritorno del macronismo', Marine Le Pen ha colto l'occasione per definire Barnier 'una persona rispettosa delle forze politiche'. Ma dietro queste affermazioni si nasconde un calcolo politico strategico; Le Pen potrebbe cercare di utilizzare la sua influenza per avanzare un'agenda che sia più favorevole all'estrema destra.

Infine, nonostante i rischi di apparire come alleato di un governo a cui si è sempre opposto, sembra che il Rassemblement National mantenga un certo ottimismo, pronto a sfruttare ogni opportunità per accrescere il proprio potere nel panorama politico francese.