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Il Papa: parlare di pace mentre si armano i conflitti è ipocrita, ci stiamo autodistruggendo

2024-12-20

Autore: Giovanni

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

In un’intervista di oltre 45 minuti con l'emittente argentina cattolica Canal Orbe 21, Papa Francesco ha condiviso le sue profonde preoccupazioni riguardo alla "tendenza universale all'autodistruzione attraverso la guerra". Il Pontefice ha denunciato l'ipocrisia di proclamare la pace mentre al contempo si forniscono armi, con una particolare attenzione alle tragiche conseguenze di tale comportamento: la morte di madri, bambini e civili innocenti.

Durante il colloquio, Francesco ha fatto riferimento alla sua storia personale, rivelando come, in passato, abbia fondato questa emittente quando era arcivescovo di Buenos Aires. L'intervista è avvenuta dopo la conclusione del Sinodo e in vista dell'apertura del Giubileo, temi che il Papa ha affrontato insieme alle questioni attuali globali, in primis i conflitti in corso.

"Mi preoccupa che le numerose richieste di pace da parte delle organizzazioni internazionali vengano ignorate", ha dichiarato Francesco. "C'è un'ipocrisia di fondo: parliamo di pace, ma continuiamo a produrre armi per alimentare le guerre. Le fabbriche di armi in Europa garantiscono uno dei maggiori ritorni sugli investimenti".

Il Papa ha descritto le attuali guerre, come quelle in Ucraina e in Terra Santa, come caratterizzate da azioni che definisce "criminali", che rientrano più in un contesto di guerriglia piuttosto che in un conflitto bellico tradizionale. Ha descritto scene strazianti in cui madri e bambini non sono al sicuro, sottolineando che questo non è conforme alle normali regole di guerra.

Riguardo alla guerra in Ucraina, Francesco ha espresso la sua frustrazione per la "grande ipocrisia" che circonda le trattative di pace, avvertendo che, invece di affrontare i problemi fondamentali, si perdono in questioni secondarie. Ha anche messo in guardia sull'invio di giovani al fronte da parte dell'Ucraina, evidenziando il disuguido delle forze.

Per quanto riguarda il dialogo, il Papa ha criticato il crescente indebolimento delle istituzioni in Europa e altrove, affermando: "Se non c'è dialogo, non ci sarà pace". Ha parlato anche di negazionismi e discorsi d'odio, avvertendo che tali posizioni sono dannose e che l'unica verità può aiutarci a trovare soluzioni.

Francesco ha altresì avvertito del pericolo di una religione che diventa simile a una politica di Stato, sottolineando che nei paesi visitati recentemente, come quelli dell'Asia e dell'Oceania, predomina una cultura di rispetto e dialogo, senza le persecuzioni riscontrate in altre regioni.

Il Papa ha recuperato i suoi recenti viaggi, come quello in Canada, dove ha chiesto scusa alle popolazioni indigene per gli abusi subiti, evidenziando l'importanza del riconoscimento degli errori come passo essenziale per la pace.

Con riferimento al Sinodo, Papa Francesco ha rimarcato l'importanza di saper ascoltare e chiedere scusa, intravedendo un'umanità collettiva nel percorso della Chiesa. Ha voluto sottolineare la necessità di non giudicare, ma di accogliere ciascuno con umanità e supporto.

Francesco ha anche affrontato le problematiche di dogmatismi e ideologie nella Chiesa, incoraggiando i giovani a diffidare delle organizzazioni ideologiche. Guardando quindi ai modelli di austerità nell'istruzione, ha ammonito che privare i giovani di un'educazione adeguata è un crimine contro il futuro.

Il Giubileo imminente, un tempo di rinnovamento e perdono, rappresenta un'opportunità per risanare le ferite personali e sociali. Malgrado le preoccupazioni sul turismo religioso che può distogliere l'attenzione dal significato profondo del Giubileo, il Papa ha deciso di estenderlo a tutte le diocesi, affinché ogni persona possa celebrare senza dover viaggiare lontano.

Infine, nel commentare l'argomento dell'intelligenza artificiale, ha avvertito che essa rappresenta una grande sfida per l'umanità e richiede un approccio etico. Papa Francesco ha condiviso un messaggio di speranza per il popolo argentino, esortandolo a continuare a lottare per i propri diritti e a rimanere vigile contro le ideologie ingannatrici.