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Il processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin: Turetta non è un mafioso, afferma il suo avvocato

2024-11-26

Autore: Sofia

L'Arringa della Difesa

La difesa di Filippo Turetta, accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin, sta cercando di smontare le aggravanti che potrebbero portarlo all'ergastolo. L'avvocato Giovanni Caruso, durante la sua arringa, ha sottolineato che il suo assistito non è un criminale di calibro come Pablo Escobar o El Chapo. "Filippo sa di dover scontare anni in carcere, ma non ha mai desiderato essere un latitante," ha dichiarato Caruso.

Il Rapporto tra Filippo e Giulia

Caruso ha provato a rivisitare il rapporto tra Filippo e Giulia, contestando le accuse di stalking. Secondo lui, Giulia non temeva Filippo e addirittura aveva stilato una lista con i motivi per lasciare la relazione. La difesa ha anche argomentato che, sebbene ci fosse un'ossessione da parte di Turetta nei confronti della ragazza, questo non giustificherebbe le aggravanti di stalking e crudeltà richieste dall'accusa.

Una Relazione Tossica

Nel suo discorso, il legale ha citato diversi passaggi della relazione tra i due, descrivendo il loro legame come una "relazione tossica" in cui Giulia, una giovane donna promettente con un brillante futuro, si era resa conto che il comportamento di Filippo era insopportabile. L’avvocato ha insistito sul fatto che Giulia continuava a vivere la sua vita normalmente, frequentando concerti anche dopo aver lasciato Filippo, dimostrando così di non avere paura di lui.

Mancanza di Premeditazione

Caruso ha anche evidenziato la mancanza di premeditazione nell’omicidio, sostenendo che non si poteva considerare un atto premeditato in quanto Turetta mostrava un'indecisione costante e che la lista di cose da fare redatta da lui non dimostrava l'intenzione di uccidere, ma anzi, era un tentativo di riottenere Giulia.

Verso una Riabilitazione

In aggiunta, l'avvocato ha messo in discussione la validità dell'ergastolo, considerato una pena dura e inumana. Ha richiamato l'attenzione sulla necessità della riabilitazione della persona condannata, piuttosto che sul punirla in modo indiscriminato. Durante il processo, Turetta è apparso svuotato, con lo sguardo perso nel vuoto, senza mai alzare la testa nemmeno quando è stata pronunciata la parola "ergastolo" da parte del pubblico ministero.

L'Importanza di Affrontare la Violenza di Genere

L'udienza continua, mentre si accende il dibattito sull'importanza di affrontare la violenza di genere e sull’effettivo futuro di Filippo Turetta, che si troverebbe a dover affrontare una società non pronta a ospitare una persona accusata di tali crimini.