Salute

Il riscatto della 0.2 Fitness: "Non chiamatela ghetto, è un esempio di integrazione e inclusione"

2024-11-17

Autore: Matteo

“Non chiamateci ghetto!” È il forte appello che risuona tra i membri della palestra 0.2 Fitness di Rimini. Titolari, collaboratori e iscritti si uniscono per rivendicare il loro spazio come un esempio di comunità inclusiva. Gianluca Boresta, uno dei proprietari della palestra, sottolinea come la 0.2 Fitness non sia solo un luogo per allenarsi, ma un punto di incontro tra diverse culture. "Se tutti i ghetti fossero come questa palestra, allora che ne sorgano di più e ovunque!".

La storia della 0.2 Fitness inizia nel 2015, in un quartiere di Borgo Marina. "La gente vive di pregiudizi – afferma Boresta. Ho frequentato palestre in diverse città e ho visto come le persone possano convivere in armonia, indipendentemente dalla loro origine etnica. Qui a Rimini, però, c'è ancora diffidenza verso un luogo dove persone di culture diverse si uniscono per una passione comune: lo sport".

Molti visitatori iniziali hanno guardato con scetticismo alla nuova palestra, definendola un ghetto a causa della composizione etnica della zona. “Molti mi dicevano che avevamo scelto un posto senza italiani – ricorda Boresta – ma io rispondevo che l'educazione delle persone è ciò che conta, non la loro nazionalità. Qui, il rispetto delle regole è fondamentale, e non fa differenza da chi vieni.”

Alla 0.2, l’obiettivo è costruire un ambiente di umanità e integrazione. “Quando i clienti dicono di sentirsi come in famiglia, capisco di aver raggiunto il mio scopo – conclude Boresta. Superare le barriere linguistiche, religiose o culturali è ciò che mi rende felice. Lo sport è una delle poche cose che unisce tutti.”

Lorenza Zuccaro, dirigente sportiva, conferma l'atmosfera familiare della palestra: “Molti nuovi iscritti sono intimoriti all'inizio. Ma io rispondo loro che qui è un luogo sicuro. L'atmosfera è lontana da qualsiasi ghetto: ogni giorno creiamo legami bellissimi e rispettiamo le diverse culture.” Secondo lei, la 0.2 Fitness è un esempio di come l'inclusione sia possibile e necessaria.

Luisiana Genovino, tornata a Rimini dopo dieci anni all'estero, aggiunge: “Quando ho detto che avrei lavorato qui, le persone mi rispondevano: ‘Nel ghetto?’ Questa frase mi ha ferita. Ma qui ho trovato casa, un luogo dove posso essere me stessa senza giudizi.”

Riccardo Bonfirraro, personal trainer, evidenzia come l’amore per lo sport sia il collante che unisce le diverse culture nella palestra: “Osservare come, a prescindere dall'età o dalla nazionalità, ognuno sia qui per migliorarsi è ciò che rende questa palestra speciale. Qui, le differenze scompaiono.”

Anche i clienti parlano della loro esperienza alla 0.2 Fitness. Eleonora Presta, residente in zona da un anno, afferma: “Mi sono sentita accolta. Qui ci sono persone di tante origini e chi vi entra scopre subito la propensione al dialogo e all'apertura.”

James Taveras dalla Repubblica Dominicana e Oumarou Diaby dal Mali, raccontano di un’atmosfera rispettosa e collaborativa. James afferma: “Questa palestra è speciale per l'umanità che si respira. Non ho mai provato un clima così accogliente altrove” mentre Oumarou sottolinea: “Ciò che si dice non sempre corrisponde alla realtà. Qui c'è un ambiente piacevole in cui ci si allena e ci si rispetta.”

La 0.2 Fitness rappresenta quindi non solo uno spazio per migliorare fisicamente, ma un vero esempio di integrazione che sfida i pregiudizi e costruisce legami forti in una comunità sempre più variegata.