La situazione in casa Red Bull continua a generare tensioni, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei piloti. Max Verstappen, nonostante le difficoltà recenti della Scuderia, continua a lottare per ottenere risultati.

L'attuale inizio di stagione di Formula Uno è ricco di colpi di scena e avvenimenti intriganti. Con il finale di stagione previsto per dicembre, il futuro sembra incerto e ogni gara potrebbe riservare sorprese. Sebbene questo periodo possa sembrare interlocutorio, molti sono in attesa delle novità che il nuovo regolamento tecnico, in arrivo nel 2026, porterà.

La McLaren si sta affermando come contendente seria, avendo dominato il Gran Premio d'Australia e quello di Cina. I giovani piloti Lando Norris e Oscar Piastri stanno rivelando di avere una competitività che ha sorpreso persino gli esperti. In Red Bull, però, la situazione è già cambiata con il passaggio da Liam Lawson a Yuki Tsunoda, che affiancherà Verstappen per il resto della stagione.

L'attacco al team da parte di Antonio Perez Garibay, padre di Sergio Perez, non passa inosservato. Ha dichiarato che "la macchina di Sergio non è comparabile a quella di Verstappen", insinuando che la differenza di prestazioni non dipenda solo dalle abilità del pilota.

Secondo il padre di Perez, "se il pilota della macchina numero 1 fosse stato su quella numero 11, non avrebbe nemmeno superato il Q1. Ma viceversa, il pilota della numero 11 avrebbe avuto un migliore rendimento sulla macchina numero 1". Queste parole accendono il dibattito sulle differenze tecniche tra le vetture, mettendo in discussione la giustizia interna del team.

Inoltre, Antonio Perez ha auspicato che Yuki Tsunoda possa avere un’opportunità equa nella Scuderia, affermando che "deve avere una macchina simile a quella di Verstappen" per esprimere al meglio il suo potenziale. Le tensioni interne e le critiche pubbliche sollevano interrogativi sull'efficacia della strategia di Red Bull, in un campionato che promette di essere più avvincente che mai.