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Iran: i potenziali obiettivi della risposta di Tel Aviv tra paura per i siti nucleari e attacchi strategici

2024-10-02

Autore: Matteo

Israele sta preparando una risposta, ma le modalità sono ancora in fase di deliberazione. Secondo le fonti, il governo di Tel Aviv potrebbe coordinarsi con gli Stati Uniti, il che potrebbe aiutare a limitare le ambizioni del primo ministro Netanyahu. Una delle opzioni più temute è quella di colpire infrastrutture strategiche in Iran in risposta all'attacco missilistico del 1° ottobre. Tra i potenziali obiettivi ci sono impianti petroliferi e gasieri, ma anche i siti nucleari di Teheran.

La discussione già accesa nel gabinetto di sicurezza israeliano si concentra su possibili attacchi alle strutture difensive o strategiche nelle vicinanze dei siti nucleari, piuttosto che ai siti di produzione stessa.

Questo scenario non è solo un ipotetico, ma è in parte già avvenuto. Ricordiamo che nella notte tra il 13 e il 14 aprile, l'Iran ha lanciato centinaia di droni e missili balistici verso Israele, la maggior parte dei quali è stata intercettata dai sistemi di difesa di Tel Aviv. Tuttavia, l'Iran ha anche subito perdite: un missile israeliano ha colpito un sistema antiaereo S-300 in una base aerea a Shekari, e il New York Times ha riportato danni significativi al radar di questo sistema di difesa.

In aggiunta, la zona di Isfahan è cruciale per il programma nucleare iraniano, ospitando diverse importanti strutture militari, compresi impianti di arricchimento dell'uranio. Questi impianti, oltre a essere fondamentali per le ricerche, si occupano della produzione di carburante nucleare. Secondo l'Institute for Science and International Security, una parte considerevole delle scorte di uranio altamente arricchito dell'Iran è stoccata in questo complesso.

Anche l'impianto di arricchimento di Natanz, situato a circa 100 km a nord di Isfahan, è sotto i riflettori. Natanz ospita la maggior parte delle centrifughe del paese, alcune delle quali sono delle più avanzate disponibili. La situazione è resa ancora più tesa dalle dichiarazioni dell'ex premier Naftali Bennett, che ha confermato la necessità di un attacco decisivo per smantellare il programma nucleare iraniano. Bennett ha sottolineato che la situazione attuale rappresenta un'opportunità unica per affrontare non solo le infrastrutture energetiche iraniane, ma anche il regime stesso.

Dall’altro lato, il capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica, Mohammad Eslami, ha risposto a queste provocazioni affermando che l'Iran ha dimostrato la propria capacità di deterrenza. La tensione nel Medio Oriente è palpabile, e gli eventi continui potrebbero portare a un'escalation senza precedenti nel conflitto.