Nazionale

Israele e Libano: la presenza italiana tra missioni e addestramenti

2024-10-03

In questi giorni, l'attenzione è rivolta alla missione Unifil, che, pur essendo definita "provvisoria", è attiva in Libano dal 1978. Questa missione, istituita tramite una risoluzione delle Nazioni Unite, ha l'obiettivo di creare un cuscinetto lungo la Blue Line, che segna il confine tra il sud del Libano, Israele e una piccola porzione di Siria. Il suo mandato è stato rinnovato più volte e si compone di soldati provenienti da circa 40 nazioni, con l'Italia che contribuisce con 1.256 militari, rendendo il nostro contingente il secondo più numeroso dopo quello indonesiano.

Addestramento della polizia palestinese

L'Italia è coinvolta anche nella missione di addestramento della polizia palestinese, della quale la base operativa è situata a Gerico, famosa per essere una delle città più antiche del mondo. Dopo gli attacchi del 7 ottobre, il governo italiano ha deciso di ritirare il suo contingente di 22 carabinieri. Tuttavia, il generale Michael Fenzel, coordinatore della sicurezza dell'ambasciata americana in Israele, ha recentemente proposto di rinforzare questa missione, chiedendo l'invio di 200 carabinieri. Israele e Palestina, secondo le ultime notizie, sembrano favorevoli a questa iniziativa.

Mibil - Addestramento dell'esercito regolare libanese

Un'altra importante missione è la "Mibil" (Missione militare bilaterale italiana in Libano), nell'ambito del International Support Group for Lebanon (ISG), anch'essa voluta dall'ONU. L'Italia si occupa dell'addestramento delle forze armate libanesi (LAF). Fino al 7 ottobre, l'Italia aveva un contingente di circa 60 ufficiali in Libano, ma il numero è attualmente sceso a 15-20. Entrambi i governi, israeliano e libanese, hanno sollecitato il nostro governo a non interrompere questa missione, con l'idea di rafforzare le forze regolari libanesi contro le milizie di Hezbollah.

Multinational Force & Observers (MFO)

Un'altra missione storica in cui l'Italia è attivamente coinvolta è la Multinational Force & Observers, creata dopo gli accordi di Camp David del 1978 per mantenere la pace tra Egitto e Israele. Questa missione si estende dal Sinai fino al Mar Rosso, e l'Italia partecipa con la Coastal Patrol Unit, responsabile del monitoraggio della libertà di navigazione nello Stretto di Tiran, strategico per i collegamenti marittimi tra il Golfo di Aqaba e il Mar Rosso. I nostri pattugliatori costieri, attivi sin dalla loro entrata in servizio, rappresentano un elemento cruciale per garantire la stabilità della regione.

Con un impegno significativo in queste aree, l'Italia continua a giocare un ruolo fondamentale nella sicurezza e nella stabilità del Medio Oriente. La domanda ora è: quale sarà il prossimo passo nella nostra presenza internazionale?